Ieri pomeriggio, una pattuglia di motociclisti della Polizia Locale, operante per controlli veicolari in centro cittadino, notata sopraggiungere un’autovettura la cui conducente procedeva a velocità non adeguata e con condotta di guida irregolare; impartiva pertanto l’alt al veicolo, ma la conducente, poi identificata in una cittadina moldava da anni residente in Lunigiana, invece che ottemperare all’ordine, accelerava tentando di sfuggire al controllo.
Raggiunta dopo un breve inseguimento dagli Agenti, la signora appariva in evidente stato di ebbrezza alcolica e assumeva atteggiamento non collaborativo, rifiutando di sottoporsi all’alcol test nel vano tentativo di evitare la denuncia.
Al fine di eludere provvedimenti definitivi sulla patente italiana, che però non aveva al seguito e non dichiarava di possedere, riferiva agli Agenti di essere titolare unicamente di patente di guida rilasciata dal suo paese di origine, in corso di validità, che prontamente esibiva ai Pubblici Ufficiali.
Gli operatori, nonostante ciò, ritenevano dover approfondire, avviando così tutti gli accertamenti possibili per verificare l’effettiva posizione della donna rispetto alla normativa che regola la conduzione di veicoli da parte dei cittadini stranieri residenti da più di un anno in Italia.
Veniva così accertato che la patente moldava non esprimeva più alcuna efficacia essendo la donna residente in Italia da circa 10 anni, inoltre la donna, consapevole di detto limite, aveva conseguito una patente italiana, che però risultava sospesa dal 2022 a seguito di provvedimento prefettizio per accertata guida in stato di ebbrezza a Massa Carrara.
A quel punto, venivano verbalizzate a carico della moldava una sfilza di violazioni, amministrative e penali, quali la guida in stato di ebbrezza accertata su base sintomatica, il non essersi fermata all’alt al posto di blocco, la guida pericolosa, la guida con patente italiana sospesa e con patente moldava non più valida sul territorio nazionale. A tali sanzioni pecuniarie, per un importo di svariate migliaia di euro, conseguiva il sequestro del veicolo e la revoca della patente di guida italiana.
In ultimo la donna, insistendo in un atteggiamento non collaborativo, aggiungeva danno al danno: rimediava un’ulteriore denuncia per essersi rifiutata di eseguire l’alcol test ed un’ulteriore sanzione di oltre 1.000 euro per aver rifiutato di assumere la custodia del veicolo sequestrato.
Alla fine si è allontanata a piedi più o meno consapevole che non avrà più modo di guidare per diversi anni, e comunque potrà riprendere a farlo solo dopo aver conseguito una nuova patente italiana previa verifica del persistere dei requisiti psico-fisici sotto esame di commissione medica.