Nel 2024, cuore dei centenari legati al “poverello” di Assisi, compirà settant’anni, alla Spezia, una tra le opere di apostolato più significative del secondo Novecento: il “Sorriso francescano” di padre Dionisio. Fu infatti nel 1954 la prima tappa significativa di un percorso lungo e non facile, sempre però sostenuto dalla solidarietà e dall’aiuto della città, intesa come singoli e come istituzioni, civili e militari. Ci riferiamo alla realizzazione alla Spezia - sul modello già avviato a Genova dal suo confratello padre Umile - di una struttura di accoglienza per bambini orfani e ammalati, che il frate cappuccino Dionisio Mazzucco riuscì a compiere e poi a gestire sino alla morte, avvenuta il 9 gennaio 1990. Proprio a suo ricordo, domenica prossima alle 11 il vescovo Luigi Ernesto Palletti presiederà la Messa di suffragio nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di via XX Settembre, per molti decenni sede spezzina dei cappuccini. Sarà ricordata anche suor Candida Nanni, la religiosa che per tanto tempo fu la principale collaboratrice di padre Dionisio e che proprio nel giugno scorso si è spenta all’età di ottantasei anni, dopo aver guidato ancora l’opera per molto tempo dopo la scomparsa del fondatore.
Dicevamo che si è trattato di un percorso lungo, ma di grande valore sociale e spirituale. Padre Dionisio, piemontese, era giunto alla Spezia nel 1948 come cappellano dell’arsenale militare. A fianco di questo incarico - che mantenne ugualmente sino alla morte -, comprese subito che la città, ancora martoriata dai bombardamenti della guerra e dai delicati problemi del dopoguerra, aveva necessità di “scosse” salutari: il “Sorriso francescano” fu una di queste. Raccolti i primi consensi, padre Dionisio lo costituì appunto nel 1954, ottenendo di gemellarlo con l’omonima realtà genovese di padre Umile. Un anno dopo, nel luglio 1955, venne acquisito un terreno in via dei Colli, dove prima c’erano strutture di difesa militare.
Nel settembre, la prima pietra dell’istituto per i piccoli ospiti del “Sorriso” venne benedetta dal cardinale Adeodato Piazza, che proprio lo stesso giorno, a Sarzana, aveva ordinato vescovo Siro Silvestri, eletto alla cattedra di Foligno. Altri due anni, e nel 1957 viene acquisita anche la vicina villa Podestà, che diviene la sede operativa del “Sorriso”. Il 29 giugno 1959 il vescovo Giuseppe Stella benedice la piccola chiesa dell’istituto: ormai la strada è spianata, ma i bisogni sono sempre tanti, e padre Dionisio non si tira indietro. Nel 1980 il vescovo Silvestri, tornato alla Spezia da Foligno come nuovo vescovo diocesano, volle che proprio al popolare cappuccino venisse conferito uno dei primi “premi della bontà”, quelli che ora del vescovo Siro portano il nome. Senza nulla togliere a nessuno, è difficile immaginare un’assegnazione più meritata e condivisa da tutti.