Questa sera abbiamo visto sul web con molta sorpresa tantissime testimonianze fotografiche di meravigliose aurore boreali dalle accese tonalità porpora, che hanno colorato i cieli del Nord Italia, dal Veneto al Piemonte e persino alle Marche.
Abbiamo chiesto a Sabrina Mugnos di spiegarci che cosa è successo nello specifico.
“Quello di questa sera è stato un evento rarissimo, che solitamente avviene più a nord.
Le origini dell’aurora boreale sono da ricercare lontano dalla terra, a circa 150 milioni di chilometri. Il Sole genera infatti una radiazione costante, il cosiddetto vento solare. Quando la nostra Stella è in un periodo di particolare attività, come quello attuale, avvengono con più frequenza fenomeni violenti che si chiamano brillamenti o eruzioni di Raggi X sulla superficie solare, oppure, nella peggiore delle ipotesi, delle eruzioni di massa coronale, dove oltre ad un’altissima energia, viene rilasciato anche plasma solare.
Queste radiazioni solari emettono protoni ed elettroni, il cosiddetto vento solare: il fenomeno dell’aurora boreale è generato dall’incontro di queste particelle generate dal Sole e la nostra ionosfera. Infatti, nel caso in cui queste esplosioni solari sono allineate con il nostro Pianeta, le particelle vengono spinte dal vento solare verso la Terra.
Quando queste particelle raggiungono la superficie dell’alta atmosfera del nostro Pianeta, scattano due protezioni: la prima è il campo magnetico terrestre, una bolla invisibile elettrica che si origina dal centro del nostro Pianeta grazie alla rotazione di un nucleo fuso di ferro-nickel. Quindi il campo magnetico si comprime, ammortizza questa enorme energia che arriva, parte delle particelle vengono neutralizzate e parte canalizzate verso le zone polari dove il nostro campo magnetico è più intenso, migrando all’interno della magnetosfera e producendo correnti elettriche molto potenti.
Qui entra in gioco la seconda protezione, ovvero l’atmosfera terrestre. Una volta entrate negli imbuti polari, le particelle di protoni ed elettroni, accelerate e molto cariche di energia, vanno a colpire gli atomi dei gas che formano l’atmosfera, trasferendo loro una grande quantità di energia. I gas devono scaricare l’energia di cui sono stati caricati e tornare al loro stato normale, e lo fanno dando origine appunto alle luci aurorali che possiamo osservare. A seconda del tipo di gas colpito, dell’intensità e dell’altitudine, abbiamo aurore boreali di colore differente.
Il verde è tipico dell’ossigeno che è il colore più frequente nelle zone artiche, dove le aurore boreali sono più strutturate con bande, corone, raggi. Mentre quando vengono colpiti i gas a latitudini più basse, solitamente abbiamo dei bagliori, dei Glowing, che possono essere rossi o porpora, come quelli che sono apparsi nel Nord Italia in queste ore.
I fenomeni aurorali sono assolutamente innocui avvenendo appunto ad altissima quota, non si sentono rumori e non arrivano radiazioni.
Tra qualche giorno sarò in partenza per la Lapponia Finlandese proprio per ammirare questi fenomeni, che ho già osservato qualche settimana fa in Groenlandia”.
Fotografia di copertina di Andrea Boccardo.