Conoscendole abbiamo compreso che la loro professione è molto di più di un semplice lavoro, è professionalità ma anche passione e amore per il territorio, grande rispetto per chi viene, empatia e desiderio di trasmettere non solo conoscenze ma anche storia, cultura, valori di un territorio e di un popolo che lo abita.
Sono intervenute nella nostra redazione: Patrizia Lombardo, Paola Tonelli, Francesca Giovannelli e Mireille Duchamp, in collegamento telefonico Antonella Mariotti (nel tondo).
Come è cambiato il lavoro della guida dal 2009, quando sono arrivati i crocieristi alla Spezia?
Mireille Duchamp: Il lavoro è cambiato nel senso che prima accoglievamo gruppi e individuali soprattutto verso le 5Terre e Lerici. Con l’arrivo dei crocieristi, è aumentato il lavoro per l’accompagnamento sia come guide sul territorio sia come accompagnamento fuori provincia, perché molti crocieristi richiedono la visita delle città toscane. Il lavoro si è molto incrementato, sia sulla Spezia che sulle altre città liguri dove ci sono gli scali, e necessiterebbe della presenza di più personale. Purtroppo, dal 2013 non abbiamo più esami in atto, perché mancano i decreti delegati alla legge che ci ha fatto diventare guide nazionali. Questo è stato un grande dramma per la nostra categoria, perché l’Italia, con la varietà del suo territorio, non può avere guide che vadano bene per tutto il territorio nazionale ma deve avere guide locali, che conoscano bene il loro territorio. Noi ci siamo tutti battuti e continuiamo a batterci perché ognuno di noi abbia il proprio territorio di lavoro. Abbiamo ricominciato a diplomare accompagnatori con progetti fatti dalla Regione su cui però abbiamo dovuto intervenire pesantemente perché spesso i funzionari regionali, e a cascata gli altri, non conoscono la differenza tra una guida e un accompagnatore.
Paola Tonelli: lavoro molto spesso col settore crocieristico. Il lavoro si è incrementato moltissimo. Ci sono differenze tra una compagnia e l’altra nella scelta delle escursioni da effettuare. Si è visto che in ogni caso le compagnie crocieristiche tendono a far visitare il territorio del porto di arrivo; quindi, La Spezia con visita al Museo navale o Museo del Castello San Giorgio, una volta si faceva anche il Museo del Sigillo. Molte persone sono felici di visitare La Spezia; spesso commentano dicendo di aver acquistato l’escursione alla Spezia senza troppe aspettative, solo perché avevano già visitato Pisa o Firenze o alle 5Terre, ed invece rimangono entusiasti. Il ruolo di una guida è anche quello di far comprendere e far piacere il territorio. Io personalmente, per esempio, quando spiego La Spezia lo faccio attraverso le sue piazze e attraverso la storia della città, del pre e post arsenalizio.
Patrizia Lombardo: lavoro con le crociere in misura assolutamente residuale, due-tre servizi all’anno soltanto con privati che scendono dalle navi in rada alla Spezia e chiedono un tour di 5 ore al massimo, perché il tempo che hanno a disposizione per visitare la zona è veramente ridotto. Ho vissuto comunque l’arrivo delle navi da crociera con impatto sull’organizzazione complessiva del mio lavoro, che riguarda soprattutto comitive, sia italiane sia in arrivo dall’estero, che in molti casi chiedono se in quel giorno vi siano navi da crociera alla Spezia o se non sia meglio rimandare il tour ad altra data. È vero che le navi da crociera arrivano dal 2009, ma già prima avevamo la presenza di crocieristi sulle 5Terre, Portovenere, Lerici, perché provenienti da navi attraccate a Livorno o Genova; e succede che le compagnie non si accordino tra loro per scegliere orari diversi in cui visitare lo stesso posto. Il 5 giugno, ad esempio, abbiamo avuto circa 500 persone provenienti da una nave ferma a Genova e da una attraccata a Livorno, tutti in arrivo nella località di Vernazza insieme nello stesso orario. È ovviamente impensabile per le compagnie che si possa cambiare la scelta del giorno di una visita, in quanto i calendari vengono programmati con un anno di anticipo; per quanto riguarda la scelta dell’orario, forse qualcosa in più si potrebbe fare, scaglionare gli accessi sarebbe di grande aiuto sia per i residenti sia per gli altri turisti, non crocieristi, delle 5Terre o di altre località turistiche.
Quando ho iniziato a lavorare, il turismo che si avvaleva del lavoro della guida era soprattutto costituito da comitive italiane, concentrato nei periodi di Pasqua, ponti del 25 aprile e primo maggio, qualcuno arrivava anche dall’estero. Ma l’attività non era sufficiente per consentire ad una guida di svolgerla come primo lavoro, quasi sempre si trattava di secondo lavoro o attività complementare.
La situazione nel tempo è cambiata. Già prima dell’arrivo delle navi da crociera alla Spezia, si poteva svolgere a tempo pieno il lavoro di guida turistica solo col turismo italiano e con quello straniero, inizialmente tedesco, a cui poi si era aggiunto quello americano e poi quello francese. La possibilità, per le guide del vecchio emendamento, di lavorare a tempo pieno era quindi già presente prima dell’arrivo delle grandi navi. Ora è diventato tutto molto più difficile dal punto di vista logistico. Non solo sono aumentati gli individuali e le richieste dall’estero, ma anche il fatto che nelle località da visitare ci siano dei picchi di presenze in determinati momenti, rende molto complicato muoversi e godere delle bellezze locali per persone che sono qui per questo. E questo ci dispiace perché il nostro lavoro è far si che le persone si incontrino col territorio, e far sì che entrambe le parti ne traggano vantaggio. In questo momento sembrerebbe che i vantaggi si siano ridotti moltissimo dal punto di vista della piacevolezza per entrambi i mondi che dobbiamo far incontrare.
Francesca Giovanelli: sono una guida dal 1997, non ho mai lavorato con i crocieristi. Non sono perciò in grado di rispondere alla domanda. Posso però dire che, quando lavoro con gruppi non crocieristi, ma ad esempio relativi a turismo di tipo culturale o tematico, vivo la problematicità di cui hanno già parlato le mie colleghe, cioè di flussi di persone concentrate nello stesso momento e nello stesso luogo. Questa è un problema importante.
Antonella Mariotti: L'arrivo delle crociere alla Spezia ha portato sicuramente ad uno sviluppo turistico della città e ad un miglioramento del tessuto economico cittadino. In questo contesto anche la richiesta di servizi guida ha avuto un notevolissimo incremento.
A mio avviso, tuttavia, questo tipo di servizi con un timing ben preciso e rigoroso, non permette alla guida di esprimersi al meglio nel raccontare un territorio in tutte le sue sfumature, cosa che contraddistingue la professione. Ben venga, in ogni caso, il lavoro con le crociere.
Come si potrebbe lavorare meglio alla Spezia e anche a livello nazionale? Quali potrebbero essere le modifiche da effettuare alla legge e alla burocrazia?Mireille Duchamp: voglio sottolineare il problema dell’abusivismo, che esiste in molti settori del turismo, non solo per le guide e gli accompagnatori, e che non viene assolutamente combattuto. Questo vale non solo alla Spezia ma su tutto il territorio nazionale. Viene permesso a chiunque di fare qualsiasi cosa, e questo non va bene. Le leggi devono essere rispettate da tutti. L’abusivismo è spaventoso e va combattuto, servono più controlli; non solo l’abusivismo toglie risorse allo Stato, ma è anche un problema di sicurezza soprattutto in un territorio come il nostro. Quando non c’è la professionalità e la sicurezza nell’accompagnare le persone in un territorio difficile come il nostro, ecco che si possono presentare situazioni di pericolosità, come fare percorsi in salita e discesa, che non tutti sono abituati a fare, oppure scendere e salire dai battelli o dai treni, oppure non porre la dovuta attenzione ai sentieri, non sempre alla portata di tutti. E l’abusivismo va a colpire numerosi settori. Ad esempio, in città c’è un numero spropositato di appartamenti che vengono affittati ai turisti senza dichiarazione alcuna. Questo crea molti danni alla città: da un lato, fa sì che molti turisti non paghino la tassa di soggiorno, dall’altra crea disagio a molti cittadini che non trovano più appartamenti in affitto. Il grave handicap che abbiamo è la mancanza di strutture alberghiere adeguate a ricevere le persone. Non è possibile, ad esempio, pensare che alla Spezia si possa creare una destagionalizzazione creando un centro congressi, come qualcuno ha ventilato, quando non c’è ospitalità che possa tenere.
Bisogna creare dei piani di sviluppo della città che siano condivisi da più parti e portarli avanti. Per quanto riguarda noi, il problema dell’abusivismo va combattuto. Un altro problema sta nei flussi eccessivi, anche qui dovuta al fatto che negli anni è mancata una coordinazione. Ad esempio, i tour operator spezzini non hanno in mano il turismo della città, perché negli anni precedenti è stato presentato il territorio da diverse figure, che magari non c’entravano niente col turismo e sono andate in giro per il mondo a promuovere il territorio, senza creare le infrastrutture di lavoro sul territorio e senza creare un’equipe che permettesse di avere dei servizi sul territorio divisi nel tempo.
Anche questo avrebbe potuto ovviare a questa massa di persone che arriva, tante volte in maniera indiscriminata; infatti spesso chi, anche dall’estero, manda qui gruppi di persone non ha l’obiettivo di preservare il territorio ma solo di calpestarlo per guadagnare. E questo è gravissimo. Gravissimo è anche a livello nazionale la mancanza di una legge per le giovani guide e gli accompagnatori. Serve però una legge che sia fatta bene, perché in Italia la figura della guida nazionale è aberrante; creare una guida che possa andare da qualsiasi parte a spiegare la bellezza e l’unicità di questa Nazione non è possibile, perché ogni pietra ha la sua storia. Infine, noi non dobbiamo mai dimenticare, e questo molti spezzini non lo sanno, che La Spezia è medaglia d’oro al valor civile dal 2009 per la sua umanità, e questo è molto importante per quanto riguarda l’accoglienza.
Paola Tonelli: Secondo me, l’abusivismo è un “cancro”, perché significa calpestare il territorio. Arrivano gruppi con persone non autorizzate, senza il patentino di accompagnatore e tantomeno di guida, che, banalmente, non pagano i biglietti del treno; pagano i battelli perché la presenza dell’ufficio li costringe a farlo, ma non pagano dove possono. E soprattutto non lasciano nulla sul territorio perché spesso arrivano già forniti di viveri e altro. Il ruolo di una guida, spesso non riconosciuto, è quello di amare e far amare il proprio territorio. L’abusivismo incontrollato significa svilire una Nazione, che non merita questo trattamento.
Patrizia Lombardo: oggi come oggi si predilige il turismo individuale, è considerato meno impattante. E’ vero fino a quando ci sono pochi individuali; quando tutti gli individuali si muovono esattamente come un gruppo, seguendo gli stessi schemi mentali e le stesse proposte, la differenza è soltanto che magari la densità che si crea in un vicolo è minore, anche se lo spazio occupato è lo stesso, è soltanto un po' più diluito. Il fatto che si punti sul turismo individuale è una cosa di per sé positiva; la cosa negativa è che in questo momento venga demonizzato il turismo organizzato. Si tratta di un atto autolesionistico, perché ci stiamo dimenticando che, come Nazione, siamo indirizzati a una senescenza pari solo a quella del Giappone. Tra qualche anno potrebbe diminuire la fascia di persone della classe media che si potranno permettere di organizzare un viaggio, e soprattutto aumenterà notevolmente la fascia di coloro che non saranno in grado dal punto di vista fisico di affrontare un viaggio ad esempio guidando, prendendo il treno da soli, ed avranno bisogno di farlo in gruppo.
Viaggio organizzato significa terza età. Sono i “viaggi delle pentole” delle nostre mamme, che avevano una funzione sociale meravigliosa. Speriamo che continui ad esserci spazio per il viaggio organizzato, che non significa solo terza età, ma significa tanta socialità, ad esempio scolaresche, viaggi della parrocchia, amici che vogliono fare un viaggio insieme. Il problema è che in questo momento in cui tanti si muovono, bisogna capire come si può far sì che tutti abbiano spazio per poter accedere al viaggio e alle mete. Per quanto riguarda le mete, ci vuole come prima cosa una comunicazione efficace a monte, non solo che le renda attrattive, ma che le renda attrattive per chi è in grado di godere di quel determinato posto. Assurdo, ad esempio, fare pubblicità che porti sulle 5Terre ragazze che vogliono fare i sentieri con i sandali gioiello perché attirate da pubblicità di un panorama mozzafiato ma che non sono state informate su cosa significhi percorrere un sentiero.
Servono pubblicità che non focalizzino l’attenzione solo sul panorama per fare foto e selfie, ma che diano spazio alle attività che si possono fare: camminare su un sentiero, fermarsi a pranzo in un luogo, fare un bagno la sera; servono, cioè, pubblicità che facciano conoscere le attività che si possono svolgere, e che queste siano tante, per passare il concetto che il turista può diventare più un “residente temporaneo”. Questo non significa escludere chi può permettersi solo un giorno o un fine settimana, bisogna dare spazio anche a loro. Ma per chi può permetterselo, bisogna offrire tante opportunità. Le stesse 5Terre sono diventate un traino per l’economia turistica della Liguria perché offrivano delle opportunità.
Una delle cose che spesso ci si dimentica è che le 5Terre sono entrate nel circuito americano con la chiusura dell’ostello di Lerici. L’ostello, infatti, si trovava nei libri con cui gli strumenti americani programmavano i loro viaggi, utilizzando i treni interrail; oltre agli orari dettagliati dei treni, su questi libri compariva l’offerta di alloggio e ristorante di fascia, media, bassa, bassissima, appunto perché rivolti a studenti. Nella nostra zona, l’offerta in fascia bassissima era l’ostello di Lerici; gli studenti americani venivano alla Spezia alla conclusione del giro d’Italia, scendevano dal treno e andavano a Lerici, ed era un momento di vacanza rigenerativa prima di riprendere il treno per proseguire per Barcellona o, sempre in treno, andare a Milano per prendere l’aereo.
Quando è stato chiuso l’ostello di Lerici, hanno dovuto trovare una struttura di fascia bassissima, ed hanno trovato una struttura di fronte alla stazione di Riomaggiore. È così che le 5Terre sono entrate nel circuito americano, perché ci si poteva arrivare col treno, e per andare da un posto all’altro c’era la libertà di scegliere tra farlo in treno, a piedi, col battello. Adesso, invece, le opportunità vengono offerte in modo “ingabbiato”: non si percepisce il territorio come un luogo in cui se non fai una cosa ne puoi fare un’altra.
Qualche giorno fa c’è stato uno sciopero dei treni e contemporaneamente c’era il mare mosso, questo ha impedito a molti di andare alle 5Terre, col risultato che a Lerici c’erano molte persone a passeggio, che hanno scoperto il paese. Se lo sciopero dei treni e il mare mosso fossero durati più giorni, magari dopo aver visto Lerici, molti avrebbero potuto realizzare un tour alternativo, magari se ci fosse stato un autobus comodo per andare a Montemarcello e poi a Sarzana e poi in altra località. Il turista che viene da noi dovrebbe avere, a monte, la percezione che da qui si possono raggiungere tante località e che ci sono i mezzi per farlo.
Purtroppo, se uno vuole da Spezia andare a Varese Ligure la domenica e fare da lì un giro o una passeggiata nell’entroterra, trova l’autobus che lo porta al mattino ma magari non quello per rientrare la sera. Così come non ce ne sono per Montemarcello o Castelnuovo, o per molti altri luoghi meravigliosi che la nostra provincia offre. Ma attualmente si possono raggiungere soltanto programmando e andandoci con mezzi di proprietà o con mezzi programmati ad hoc.
Francesca Giovanelli: prima di tutto occorre focalizzare l’attenzione sul ruolo della guida turistica. La guida turistica è un professionista sul campo, in prima linea, soprattutto quando ci sono le difficoltà che le mie colleghe hanno elencato. La guida turistica è quella che, per esempio in caso di allerta meteo, riceve le informazioni e deve agire, perché altrimenti si potrebbero creare situazioni di grande pericolosità. La guida turistica si aggiorna continuamente sul pronto soccorso, è formata a gestire situazioni di pronto intervento, come cadute, infarto o altro. Ci si dimentica che la guida turistica abilitata è una figura professionale a tutti gli effetti, che opera sul campo, ed ha tutta una serie di conoscenze e competenze che le consentono ad esempio di cambiare programma in caso di difficoltà o impedimenti anche dell’ultimo momento. Il problema è che, ad esempio, se il gruppo vuole fare necessariamente tutte le 5Terre in una giornata, è difficile convincerlo che, in caso di allerta meteo, è meglio andare in altra località. Questa è una grande difficoltà. E poi c’è la problematica del turismo sempre più “mordi e fuggi” con mete “comandate”: ad esempio, a Portovenere bisogna andare necessariamente in un punto perché lì bisogna fare la foto o il selfie oppure bisogna andare in un certo locale perché lì c’è stato un vip o un influencer. Si perde lo spirito dei ruoli. Bisogna capire che 5Terre non è un brand turistico inventato ieri, non sono posti da vedere di corsa, ci sono le narrazioni, i paesaggi, la cultura, gli scorci, ci sono le memorie. C’è il rischio che La Spezia sia vista solo come luogo di passaggio per andare alle 5Terre; anche Levanto viene considerata l’alternativa a Spezia per andare alle 5Terre. Si perde di vista la complessità del territorio, le bellezze della città della Spezia e della sua provincia, che è ricca e offre un ventaglio di possibilità infinite, anche per gli alloggi, l’ospitalità, i musei specifici.
Patrizia Lombardo: Una battuta: i Comuni non dovrebbero incentivare la creazione delle postazioni per i selfie.
Francesca Giovanelli: i pacchetti turistici per gruppi sono pacchetti emessi per legge da un tour operator o da un agente di viaggio. Ad esempio, nei nostri pacchetti del nostro tour operator c’è sempre scritto che, in caso di condizioni meteo-marine avverse, alle 5Terre non si potrà accedere e verrà creato un programma alternativo. Questo anche per mettere al riparo le nostre guide, perché il gruppo deve essere edotto, a monte, sul fatto che sul territorio potrebbero esserci delle problematiche e quindi le guide e gli accompagnatori, devono gestire il programma che è stato loro assegnato, potendolo cambiare in caso di allerte.
Quello che manca soprattutto in questo territorio è la consapevolezza politica di dover mantenere assolutamente una storia del territorio. Il discorso del mordi e fuggi, del selfie, eccetera, rischia di rovinare il nostro territorio. I politici dovrebbero incentivare le aziende locali in modo che possano creare le condizioni per mantenere viva la storia dei vari territori. Ad esempio, incentivare i mezzi pubblici soprattutto per gli individuali, ci dovrebbero essere linee dedicate. È difficile per un turista, soprattutto straniero, destreggiarsi tra le comuni linee urbane ed extraurbane. In Confcommercio ne abbiamo parlato, proponendo di creare linee dedicate ai turisti o comunque facilitate per i turisti, ad esempio riconoscibili con colori e pubblicizzate, che permettano di passare agevolmente da una località all’altra in modo da poter girare il territorio, per poter fare, ad esempio, anche del trekking. La politica deve mettere a punto le condizioni affinché il territorio si sviluppi armonicamente e soprattutto mantenga la propria identità.
Paola Tonelli: a proposito degli autobus, la cosa che molto spesso i turisti lamentano è che non ci siano linee notturne che dalla Spezia possano arrivare alle zone periferiche. Ad esempio, nel comune di Follo ci sono tantissime strutture ricettive, come bed and breakfast, case vacanze, agriturismi, ma l’ultima corsa di autobus diretta a Follo parte dalla Stazione della Spezia alle 20:30.
Riprendendo il discorso dell’identità, soprattutto alle 5Terre, la nostra paura è quella di svilirle, nel senso che questo mordi e fuggi possa far perdere di vista la natura, i terrazzamenti, i vigneti, il paesaggio, la fatica che le persone fanno in quel luogo, e che spiega per esempio perché un litro di sciacchetrà costa tanto. Tutte queste sono caratteristiche importanti del territorio, da spiegare e far apprezzare a chi viene alle 5Terre, non soltanto selfie.
Patrizia Lombardo: vorrei parlare di opportunità e delle necessità che si possono creare in un territorio complesso come il nostro. Capita che, in caso di problematiche o imprevisti anche dell’ultimo momento, non sia facile cambiare programma anche per impedimenti di carattere burocratico o legati ai rimborsi. Ad esempio, per l’impossibilità di accedere alle 5Terre nei giorni 16,17,18 maggio in cui c’è stato un disastro legato ai lavori della stazione di Monterosso, diverse persone e agenzie si sono ritrovate a non ottenere il rimborso dei biglietti del treno. Io avevo una scolaresca che da marzo si era organizzata per uno di quei giorni, dovevano svolgere un lavoro sulla natura e sull’ambiente, visitando più paesi possibile delle 5Terre in una giornata. Nonostante li avessi avvisati di possibili problematiche, non avevano voluto e potuto cambiare data né destinazione perché il loro progetto era legato al territorio delle 5Terre. Sono riuscita a convincerli ad andare a Manarola in autobus, pagando il permesso per accedere, poi avrebbero voluto arrivare almeno a Riomaggiore in treno; non hanno potuto farlo, ma non sono riusciti ad avere il rimborso del biglietto del treno. Per le comitive esiste l’obbligo di cambiare il biglietto entro le 23:59 del quinto giorno prima del viaggio, non è possibile cambiarlo fino alla partenza. Si può prendere soltanto un treno oppure i treni nei 75 minuti successivi; se i treni ritardano o succede qualcosa, ad esempio dovuto al traffico in autostrada ed al conseguente ritardo all’accesso, sono soldi buttati via. Se si viaggia con quel biglietto oltre i 75 minuti, si è passibili di una multa di 55 euro a persona perché tecnicamente significa essere senza biglietto. Questi sono tutti aspetti che possono essere risolti, anzi speriamo di riuscire a risolverli con Trenitalia.
Tutto ciò dà comunque l’idea di come non si possa affrontare l’argomento turismo a piccoli pezzi, ma ci deve essere un tavolo permanente in cui si possano discutere tutti gli aspetti.
Si deve ad esempio capire come si può fare a convertire un programma in caso di impedimenti; una volta si riusciva a farlo, sul momento si poteva cambiare il biglietto del treno, si poteva accedere ad un paese pagando l’accesso in ZTL anche in un momento successivo; questo a Levanto si può ancora fare, si può pagare fino a 5 giorni dopo. Ci sono tante piccole buone pratiche che potrebbero essere adottate per migliorare il funzionamento del territorio e favorire la soddisfazione del turista. Se il gruppo sa che verrà rimborsato delle spese di cui non ha usufruito per un impedimento qualsiasi, sarà senz’altro più ben disposto a cambiare programma e rimandare ad altro giorno la visita non fatta. Questo rientra nella flessibilità e nel fare sistema. Ad esempio, bisogna capire dove devono essere messi i bagni pubblici. Il fatto che non siano presenti in alcuni punti cruciali significa poi creare un problema di affollamento nei bagni in stazione o nei bar delle varie località. Si potrebbe poi pensare ad esempio ad una carta dei parcheggi ad uso provinciale, e la tecnologia potrebbe aiutare per determinare quanto spetta ai vari Comuni.
Si tratta di piccoli ma importanti aspetti che devono essere messi a punto in un tavolo di lavoro che sia permanete, dove le parti si incontrano spesso, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori e fare proposte.
Antonella Mariotti: La burocrazia è un grave problema italiano a tutti i livelli. A livello locale credo che si possa parlare, per quanto riguarda il turismo, di mancato coordinamento tra i vari comuni del territorio. Per fare un esempio. Esistono check point per i bus turistici nelle Cinque Terre, a Levanto, alla Spezia, a Lerici di importi diversi. Sarebbe opportuno pensare ad un ticket unico, invece di dover fare 2/3 richieste diverse, dando magari in cambio dei servizi (agli autisti per esempio...). Inoltre, le decisioni riguardanti aumenti dei costi di qualsiasi tariffa che abbia a che fare con il comparto turistico, non devono essere prese a stagione iniziata! Questo crea perdite economiche a livello di bilancio per agenzie etc che realizzano i preventivi e i cataloghi mesi prima e ne risulta un'immagine di incompetenza in materia turistica.
La professione della guida turistica è una professione che, oltre ad una preparazione a livello storico, artistico, culturale, linguistico, legislativo, richiede competenze specifiche di carattere logistico e psicologico. Abbiamo di fronte persone provenienti da tutto il mondo, con usi, costumi e tradizioni tra i più diversi. Persone culturalmente preparate o meno. Noi guide liguri lavoriamo in un contesto bellissimo e fragilissimo dal punto di vista idrogeologico e dobbiamo essere in grado di capirne le criticità e non esporre gli ospiti al rischio (alluvione alle Cinque Terre è stato un esempio della nostra importanza). Credo quindi, che per essere una brava guida non si possa semplificare l'accesso alla professione. Assistiamo ad un dilagante abusivismo e la mia sensazione è proprio quella di un territorio" dato in pasto" a chiunque e visto solo come un attrattore di business, privato della sua anima.
Quale suggerimento potete dare per chi vorrebbe intraprendere la professione della guida?
Francesca Giovanelli : ci vuole prima di tutto passione e amore per il proprio territorio o comunque per il territorio in cui si opera, che non è banale. Bisogna studiare tanto, ma non basta. Bisogna entrare in empatia con le persone che si hanno davanti, capire le loro richieste e creare gruppo, facendo in modo che le persone tra loro creino rete, e che il turismo mordi e fuggi sia sostituito da un’esperienza immersiva e completa, in un territorio che offre un sacco di potenzialità.
Mireille Duchamp: la preparazione è a 360 gradi per la guida turistica e anche per un accompagnatore turistico. L’accompagnatore è colui che infila una serie di perle e crea una collana. Le perle sono le visite guidate che vengono fatte dai vari professionisti sui territori, l’accompagnatore deve collegare questi aspetti, non si siede in pullman e basta, ma deve sopperire nei momenti in cui non c’è la guida o le persone fanno delle domande. Entrambe le professioni prevedono una grande preparazione che è trasversale a tutti i campi del sapere. Sia le guide che gli accompagnatori non smettono mai di studiare. Noi passiamo la nostra vita a “curiosare” sui libri, sulla storia, sull’identità dei vari territori, proprio perché dobbiamo rimandare tutto ciò alle persone nella maniera corretta. Suggerisco di cominciare già da ora a studiare anche se ancora non abbiamo purtroppo la nuova legge che preveda degli esami. Per entrambe le professioni dovrebbe essere innalzato il livello di base ad una laurea triennale specifica, come del resto avviene in Francia, dove io sono guida. Questo permetterebbe anche di combattere l’abusivismo.
Paola Tonelli: aggiungo che si devono conoscere le lingue straniere. Almeno una, ma parlata come la lingua madre, non con un livello B1 o addirittura A2. La lingua straniera non serve solo per spiegare ma è fondamentale anche in altre situazioni, ad esempio nelle emergenze. Ad esempio, nel malaugurato caso ci fosse una persona che sta male, serve saper tradurre in simultanea quello che dice la persona che sta male ad esempio al medico del 112.
Patrizia Lombardo: non bisogna mai dimenticare che siamo il punto di contatto tra il territorio e il visitatore, e rappresentiamo entrambi. Questo significa per chi fa la guida essere molto spesso il punto di attrito, quindi subire i problemi e le insoddisfazioni dell’una e dell’altra parte. Sta a noi riuscire a trasformare questo in un valore aggiunto. Bisogna sempre ricordarsi che le persone che vengono potremmo essere noi che andiamo, e che noi siamo anche quelli che sono radicati sul posto e devono rappresentare l’anima delle persone che vivono sul posto. La guida non fa la guida solo di fronte a un dipinto meraviglioso che ci è stato lasciato da chi ci ha preceduto o di fronte ad un monumento di un tessuto cittadino, ma anche di chi in quel momento vive e lavora nei luoghi.
Questo è uno degli aspetti più importanti del nostro lavoro, perché altrimenti lo si potrebbe fare con un libro o un’audioguida o con l’intelligenza artificiale che sta per arrivare; ma c’è qualcosa in più, che riguarda l’anima di un territorio, che è dato dall’anima della sua gente.
Nelle 5Terre, ad esempio, molte persone sono attratte da quella pellicola di colori che è stata messa sulle case, ma non sanno che c’è tutto un lavoro dietro; non sanno che le 5Terre non sono entrate nei siti Unesco solo per la bellezza del territorio ma che il territorio è nella lista Unesco come patrimonio culturale dell’umanità e non paesaggistico. Quello che è patrimonio mondiale in realtà sono gli abitanti che le hanno create e continuano a crearle, la loro cultura. Noi dobbiamo riuscire a far conoscere e conciliare questi due mondi: il turismo e il territorio con i suoi abitanti.
Antonella Mariotti: Sono guida da 32 anni, penso che il mio lavoro sia uno dei lavori più belli che esistano. A chi vuole svolgere la professione, consiglio di prepararsi, di studiare, di approfondire la conoscenza del territorio scelto in tutta la sua complessità. Consiglio di considerare il turista un ospite sempre diverso, una persona con le sue peculiarità. Come amo dire, "non esiste il tour per tutti" e saper capire le esigenze di chi si ha di fronte aggiunge valore al nostro lavoro. Per concludere direi: passione infinita, preparazione ed empatia.