Era il 22 maggio 1978 quando il diritto ad interrompere la gravidanza diventava legge, la famosa legge 194 di cui si torna a parlare con diverse opinioni, chi vorrebbe eliminarla e chi vorrebbe che fosse rispettata e garantita nel modo più ampio e accessibile possibile.
Coordinamento donne CGIL, Non una di Meno, Conferenza Donne Democratiche Pd, Arci, Coordinamento Femminile Anpi, Udi Unione Donne Italiane, Coordinamento Pari Opportunità Uil, Raot, Italia Viva, +Europa, Rifondazione Comunista, Azione, Orizzonte Spezia, Movimento 5 Stelle, Cellula Coscioni La Spezia e UAAR hanno sostenuto la manifestazione dandosi appuntamento in Piazza Mentana per condividere la situazione in Asl5.
Viviana Cattani, Donne Democratiche Pd e consigliera comunale, ha messo in evidenza le criticità che si riscontrano nella nostra provincia: "Abbiamo fatto richiesta di informazioni anche in sede del consiglio comunale, dove c'è stato risposto che non ci fosse alcun problema sull'applicazione della 194, che ricordo è una legge dello Stato, tuttavia la realtà ci dice qualcos'altro -sottolinea Cattani - ci siamo infatti resi conto che in Asl5 c'è un alto numero di medici obiettori di coscienza, nell'ultimo mese siamo passati da 3 medici non obiettori che garantivano l'interruzione di gravidanza ad uno solo uno che i primi di maggio andrà sul territorio (nei consultori). Abbiamo chiesto chiarimenti e abbiamo ricevuto una lettere dalla Asl5 in cui ci è stato comunicato che sarà indetto un concorso, tuttavia non è stata accolta la richiesta di un concorso specifico per non obiettori, quindi ad oggi non abbiamo la garanzia dell'arrivo di medici non obiettori".
L'interruzione volontaria di gravidanza presso le strutture sanitarie è stata ottenuta dopo anni di lotte e proteste di piazza, a ricordarlo è Franca Beltrami presidente Udi: "Io ho fatto la battaglia negli anni Settanta per ottenere la 194, credo sia diritto della donna la possibilità di scegliere quello che desidera fare, quello che viviamo oggi è un passo indietro -aggiunge Beltrami - io ero tra quelle donne sedute in piazza Europa per manifestare e chiedere che l'interruzione volontaria di gravidanza diventasse per tutte, eravamo coscienti di quello che rappresentava: l'aborto c'è sempre stato, chi era ricca era facilitata, ma chi non aveva le possibilità economiche rischiava la vita, per questo era necessario renderlo un diritto per tutte".
Mettere in difficoltà le donne che scelgono di abortire è un ostacolo alla libertà dell'individuo, a sottolinearlo sono le attiviste Sandra e Silvia di Non Una di Meno: "La situazione alla Spezia sta diventando molto critica, abbiamo lanciato un sondaggio per raccogliere le esperienze che le persone hanno avuto sul tema aborto. Alcuni racconti, non esagero, sono horror. L'aborto per alcune persone è stato reso traumatico, in particolare da molti medici di base che non volevano fare le ricette. Infine bisogna evidenziare l'uso delle parole, mi riferisco al movimento Pro Vita che non è per la vita, ma contro la libera scelta delle donne di abortire. Il 22 maggio la 194 compie gli anni, ma la situazione è critica, continuiamo a vedere messo in discussione il nostro diritto di sceglie sui nostri corpi e sulle nostre vite".
Per il coordinamento donne cgil è intervenuta Francesca Tarantini: "Abbiamo un problema concreto visto che anche l'ultimo medico non obiettore lascerà l'ospedale, bisogna sensibilizzare la popolazione sul problema perchè purtroppo non tutti sono a conoscenza della questione, purtroppo il problema è più ampio e tocca anche la mancanza di personale e il non sufficiente sviluppo dei consultori".
Anche la Rete Anti Omotransfobia ha sostenuto la manifestazione, la presidente Valentina Bianchini ha dichiarato: "oggi siamo in piazza a combattere la discriminazione che perpetua disuguaglianza, questa è l'ennesima autodeterminazione che ci viene negata, combattiamo per il diritto dei nostri corpi e delle nostre identità".
Secondo la presidente di Arci Stefania Novelli le problematiche per quanto riguarda l'aborto non fanno altro che aggiungersi ad una situazione complessa nella nostra Asl: "Il fatto che ci sia la 194 non basta a garantire i diritti di scegliere, la situazione spezzina è molto critica, la situazione dei consultori è altrettanto drammatica perché drammatica è la situazione della sanità spezzina".
Le attiviste dichiarano che non si fermeranno e che questo è soltanto il primo passo di un percorso di sensibilizzazione più ampio.