Ampia partecipazione a Follo all’incontro dedicato alle Dat, disposizioni anticipate di trattamento, alias «testamento biologico», organizzato della cellula Luca Coscioni spezzina, coordinata da Sara Castaldo e Davide Battolla. Un pomeriggio in cui sono stati affrontati tempi importanti sulla vita, la morte, la cura ma soprattutto si è parlato di rispetto delle scelte e delle libere volontà dell’individuo.
Interessanti e partecipati gli interventi dei relatori coordinati da Renato Goretta, Ceo di Gesta. Il dottor Lorenzo Di Alesio, medico palliativista, ha percorso un viaggio tra i primi casi di coma vegetativo e le prime battaglie legali per la sospensione di alimentazione artificiale ventilazione meccanica. La morte, da vicenda personale, diventa questione politica e legislativa: cosa è la vita? E quando comincia realmente?
Franco Vaira, medico oncologo ha ribadito che il testamento biologico non deve essere considerato né una moda, né una scelta politica, ma piuttosto la presa d’atto di una condizione e dell’autodeterminazione della persona che il medico deve assolutamente rispettare. "Finalmente dopo anni di battaglie, si è compreso che la sofferenza non è inevitabile e che deve esserci un limite alla medicina invasiva e all’accanimento terapeutico".
Enrica Cantinotti, coordinatore di tirocinio del corso di laurea scienza infermieristiche, ha affrontato il tema della centralità del paziente e dei suoi bisogni, il valore della cura e della relazione con il malato e il ruolo di accompagnamento che l’infermiere svolge.
Molto interessante l’intervento di Don Giulio Mignani: «Ho avuto piacere di essere presente a questo incontro promosso dalla cellula spezzina dell’associazione Luca Coscioni, mi sento in sintonia non solo riguardo al tema del testamento biologico, che viene affrontato oggi, ma anche nei confronti delle altre battaglie che vengono portate avanti dall’associazione, perché ciò che sta alla loro base, ciò che è il comune denominatore di queste battaglie, è la libertà di scelta, il rispettare la capacità di autodeterminazione delle persone. Mi sento in sintonia con questo perché, secondo me, è anche ciò che sta alla base della vita spirituale».
Per chi volesse maggiori informazioni è possibile contattare il “Numero Bianco” (06 9931 3409), la prima infoline per far luce sui diritti nel fine vita. Un unico numero, nazionale e gratuito, gestito da personale formato, volontari e professionisti, con l’obiettivo specifico di fornire informazioni chiare e utili sui diritti nei momenti della malattia, con particolare attenzione al fine vita. Chi invece volesse mettersi in contatto con la cellula spezzina può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..