Si è tenuto questa mattina l’incontro organizzato dal Centro per le Famiglie presso la Mediateca Sergio Fregoso, il relatore, il dottore, autore e psicoterapeuta Alberto Pellai ha risposto ad alcune domande dei presenti e ha illustrato le problematiche che il digitale pone davanti alle famiglie con minori.
Relazioni ed esperienze, sono questi gli elementi fondamentali per la crescita di ogni essere umano, questi due ingredienti un tempo esistevano solo in presenza, ma l’impatto del digitale ha stravolto la quotidianità.
Alla conferenza erano presenti molti insegnanti che hanno constatato e condiviso quanto spiegato dallo psicoterapeuta, medico ed educatore, spiegando quanto la didattica a distanza abbia messo a dura prova l’acquisizione di competenze, gli studi dimostrano che l’apprendimento online è stato dal 25 al 40% inferiore rispetto all’efficacia che avrebbe avuto in presenza. Nell’essere in classe si unisce alla memoria uditiva anche la scrittura, il confronto con gli altri e le relazioni interpersonali che aiutano a formarsi. La sostituzione con schermi di ogni momento della vita non permette il dialogo fondamentale per l’infanzia e l’adolescenza e molti giovani ne stanno pagando le conseguenze sentendo un forte senso di inadeguatezza.
I bambini si ritrovano protagonisti di video e foto che li ritraggono, ma non sentono addosso lo sguardo dei genitori, questo avviene per esempio durante i saggi di fine anno o gli spettacoli, momenti nei quali si rischia di perdere la dimensione dello “stare insieme agli altri”. “Se io faccio continuamente foto e video ai miei figli mentre fanno un’esibizione o in altri momenti succedono due cose: innanzitutto i bambini non sentono il contatto di sguardi, inoltre si sentono in una situazione di protagonismo permanente che può portare a voler essere sempre adeguati e perfetti, arrivando ad una situazione di narcisismo e di ansia nei casi in cui non si sentano in condizioni ottimali- ha spiegato il dottor Pellai - Si rischia di sviluppare la percezione della vita come un palcoscenico e quando non si è al centro ci si sente disorientati.”
La scuola ha il compito di farsi carico della formazione di persone che per due anni non sono uscite dalla zona “di protezione”, per capire la situazione si potrebbe pensare ad un paziente stato in coma due anni, da cui ci si deve aspettare una ripresa graduale, non si può pensare di rimetterlo subito in piedi.
Internet è utile, ma può rivelarsi estremamente pericoloso nelle fasi più delicate della vita, come preadolescenza e adolescenza, quando, come spiegano le neuroscienze, si ricerca il qui e ora senza badare alle conseguenze.
Come può un genitore controllare il figlio o la figlia e quello che fa online? L’appello del dottor Pellai è quello di “essere adulti anche nel mondo digitale, non soltanto in presenza, mettendo limiti alla navigazione e imponendo il “filtro” del confine e dell’essere osservati, per esempio garantendo la navigazione da dispositivi condivisi con il resto della famiglia, anche fare domande e chiedere spiegazioni non è un'invasione di privacy, ma, con le dovute maniere, significa esercitare il proprio ruolo di genitore.”
Per i giovani è importante essere accompagnati, non si può pensare che una persona di 14 anni soltanto perché abile nel navigare, abbia la capacità di comprendere le conseguenze di comportamenti rischiosi online o la pericolosità di certi contenuti, bisogna che il genitore sia presente, anche a costo di creare contrasti con i figli. Sul momento infatti il ragazzo o la ragazza potrebbe reagire con frustrazione, ma finchè non si è del tutto consapevoli e maturi è importante sentire l'affiancamento e le regole imposte.
L’educazione e la disciplina che un genitore vuole imporre devono essere le stesse anche per quanto riguarda il digitale, affrontando apertamente i temi e spiegando ai ragazzi che fino ai 18 anni i responsabili sono i genitori, dunque anche uno scherzo apparente innocuo potrebbe avere conseguenze legali e coinvolgere l’intera famiglia. In questo incontro si è dato spazio anche al tema del cyberbullismo, dei contenuti sensibili, della navigazione in siti pornografici e gruppi di scambio contenuti a sfondo sessuale. Infine, tema fondamentale, si è sottolineata la necessità di spiegare ai figli e studenti l'importanza di dissociarsi da comportamenti che mettono a disagio.