La nomina dei coordinatori sanitari, interlocutori con i primari, ha interessato nell'Asl 5 le diverse professioni oltre a quella infermieristica. Parliamo di personale che fa parte di ben diciotto professioni, punti fondamentali nell'organizzazione della salute pubblica, personale rientrante nell'Ordine Tsrm-Pstrp, i tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Nello specifico si tratta di tecnici di radiologia medica e educatori professionali, di tecnici di laboratorio e di logopedisti, di tecnici della prevenzione dei luoghi di lavoro e di tecnici ortopedici. E ancora: tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sanitari, tecnici audiometristi. Per non parlare di tecnici audioprotesisti, dietisti, tecnici di neurofisiopatologia, tecnici della fisiopatologia circolatoria e perfusione cardiovascolare, igienisti dentali, podologi. Per finire con ortottisti, assistenti di oftalmologia, terapisti della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, terapisti dell'occupazionale.
"Molti coordinatori dei servizi sanitari - sottolinea Pier Andrea Moretti, presidente dell'Ordine provinciale Tsrm Psrt - rappresentano unità professionali specifiche, ben distinte, ad esempio, da quelle degli infermieri. Mi riferisco a professioni che si sono messe in luce anche durante il periodo dell'emergenza pandemia svolgendo un lavoro non sempre in prima linea come i medici e gli infermieri, ma ugualmente determinante come possono essere le prestazioni in laboratori e in altri contesti sanitari".
Il riferimento va agli assistenti che si sono sacrificati negli hub di vaccinazione, ai tecnici di radiologia che hanno lavorato nei propri servizi in radiologia del pronto soccorso, nel fare gli esami al letto del paziente mettendo a rischio la propria salute. Professionisti che hanno operato in radioterapia per garantire la cura quotidiana ai pazienti oncologici piuttosto che i professionisti che hanno svolto il proprio lavoro sfruttando lo Smart working, come hanno fatto gli educatori professionali, i logopedisti, i dietisti, i tecnici della prevenzione.
"Tutto questo personale ha lavorato in modo silenzioso e nascosto – osserva il presidente Pier Andrea Moretti -, professionisti di cui si parla poco ma esistono e vantano percorsi universitari in facoltà di medicina e chirurgia, professionisti iscritti all'Ordine e inseriti in albi di riferimento ai quali il cittadino può accedere per rendersi conto di tutti i requisiti".
"L'impegno dell'Ordine – conclude Moretti – è oggi quello di far conoscere di più e meglio questi sanitari. Per questo faremo di tutto per rendere pubbliche le nostre professioni nascoste".