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Via Crucis e notte di preghiera: un popolo che chiede la pace In evidenza

Si è pregato non solo per la fine del conflitto in Ucraina, ma anche perchè si concludano le tante "guerre dimenticate" nel mondo.

La Via Crucis cittadina, che si svolge alla Spezia la sera del primo venerdì di Quaresima, ha coinciso quest’anno con il primo anniversario dell’intervento militare russo in Ucraina. E’ stata dunque pressoché inevitabile la scelta delle parrocchie dei due vicariati cittadini, che come sempre hanno curato la preparazione delle intenzioni, di dedicare l’itinerario di preghiera al tema della pace.

Nonostante il tempo incerto, sono stati davvero tanti coloro che hanno ritenuto di partecipare all’iniziativa, radunandosi venerdì sera nella chiesa di Nostra Signora della Neve, in viale Garibaldi. Di lì, sotto la guida del vescovo Luigi Ernesto Palletti, è iniziato il cammino che ha visto un vero fiume di persone, di sicuro diverse centinaia, percorrere con varie soste il centro cittadino per concludersi in piazza Europa nella cripta della cattedrale di Cristo Re.

Due sono stati gli aspetti significativi della Via Crucis. Il primo è stato rappresentato dal fatto che non si è pregato soltanto per le popolazioni colpite dall’attuale guerra in Ucraina e per la fine del conflitto, bensì anche per le tante guerre “dimenticate” nel mondo, in particolare nei continenti africano e asiatico. Nell’ordine, sono stati ricordati nelle intenzioni di preghiera il conflitto nel nord del Mozambico, le diverse guerre presenti in diverse regioni del Congo, le violenze nel Mali, i conflitti interni in Somalia e la guerra in Etiopia per la regione del Tigrai, le violenze in Nigeria e in Sudan, il sanguinoso conflitto che da vari anni imperversa nello Yemen, la guerra civile in Myanmar, le situazioni di conflitto in Terrasanta e in Libano, la situazione in Afghanistan, il conflitto armato tra India e Pakistan per la regione del Kashmir, le violenze in Colombia, Messico e Haiti, quelle compiute contro gli armeni nella regione del Caucaso, la guerra in Ucraina e quella ai confini tra Siria e Turchia.

Il secondo aspetto è stato rappresentato dal fatto che, dopo ogni intenzione di preghiera proposta da uno dei parroci della città, sono stati letti brani di alcuni dei documenti che tutti i Papi degli ultimi due secoli - da Benedetto XV a Francesco - hanno pubblicato per chiedere la cessazione delle situazioni di guerra nel mondo. Si è inteso in questo modo sottolineare di fronte alla città e all’opinione pubblica la lineare e persistente condotta dei sommi pontefici per invocare la pace.

I documenti letti hanno riguardato anzitutto Benedetto XV, che era Papa durante la prima guerra mondiale, con il suo appello del primo giugno 1917 perché si ponesse fine alla “inutile strage”. Di Pio XI sono stati letti due brani: uno del 1922 sull’esigenza di una ricostruzione materiale e morale delle terre colpite dalla guerra ed uno del 1938 nell’approssimarsi del secondo conflitto mondiale. E’ seguito un brano di Pio XII tratto dal suo appello del 28 agosto 1939, proprio alla vigilia della guerra. Di Giovanni XXIII sono stati letti due brani dell’enciclica “Pacem in terris”, della quale tra poche settimane ricorreranno i sessant’anni, e di Paolo VI un brano del discorso sul tema “Mai più la guerra”, tenuto il 4 ottobre 1965 all’assemblea generale dell’Onu, e un altro per la giornata della pace del 1° gennaio 1968. Non ci si è dimenticati di Giovanni Paolo I, che nel suo brevissimo pontificato inviò, il 10 settembre 1978, un messaggio ai capi di stato e di governo riuniti a Camp David per un accordo di pace in Terrasanta. Sono seguiti ancora due brani di Giovanni Paolo II, rispettivamente per la giornata della pace che inaugurò il nuovo millennio, il 1° gennaio 2000, e per l’appello di pace in Medio Oriente del 10 ottobre 2003. Un brano, infine di Papa Benedetto XVI, dal testo della giornata della pace del 2006 contro l’aumento continuo delle spese militari, e due di Papa Francesco, del marzo 2022 poco dopo l’invasione dell’Ucraina e della giornata della pace celebrata il mese scorso, all’inizio del nuovo anno 2023. Al termine della Via Crucis, nella cripta di Cristo Re, il vescovo ha impartito la benedizione con il Santissimo Sacramento.

Subito dopo è iniziata la lunga Veglia di preghiera, alla quale hanno partecipato - con turni che hanno riguardato tutta la notte, sino alle otto del mattino di ieri - molte persone. L’iniziativa della Veglia era stata di alcune associazioni a livello diocesano: Azione cattolica, Acli, Agesci (scout cattolici), Movimento adulti scout e Caritas. La vasta partecipazione di persone alla Via Crucis e anche alla Veglia ha potuto confermare in modo visibile il richiamo che il Papa e la Chiesa non cessano di rilanciare in questi tempi difficili perché dovunque nel mondo tacciano le armi e si torni a un cammino comune di pace tra tutti i popoli.

(Giuseppe Savoca)

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