Li vediamo ogni giorno e ogni sera per le strade della nostra città, i loro giubbotti colorati spiccato sulle piste ciclabili e partono per primi ai semafori. I riders, un mestiere piuttosto nuovo svolto da moltissime persone. Gli uomini e le donne che ogni giorno fanno avanti e indietro tra i ristoranti e le case dei cittadini passano gran parte della loro vita sulla carreggiata e sono esposti a rischi enormi. Un cellulare scarico e una ruota bucata, o qualsiasi altro inconveniente, può significare la perdita di una giornata di lavoro. Per venire incontro a questi lavoratori è stata inaugurata questa mattina in via Padre Giuliani la Casa Riders, un luogo dove poter lasciare le proprie cose, attendere l’inizio del turno di lavoro e creare socialità, un elemento importante tagliato spesso fuori dai lavori nati dalla digitalizzazione.
Il Comune della Spezia ed i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno supportato la realizzazione contribuendo all’acquisto dei materiali. All’interno della ex circoscrizione si trovano distributori di acqua, merendine e bevande calde, armadietti con il lucchetto dove poter lasciare i propri oggetti, un bagno e un’area dedicata alla manutenzione dei mezzi dove poter trovare anche una bici di scorta in caso di bisogno.
Al taglio del nastro era presente il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini che ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto e ha lanciato un appello affinché altre città italiane seguano l’esempio: “La situazione dei rider è sotto gli occhi di tutti: sempre in mezzo a una strada con una bici vicino o il motorino, sotto il sole, sotto la pioggia, in attesa di una chiamata per la consegna, senza alcuna differenza fra giorno festivo e feriale, orario diurno e notturno. Una situazione che dopo la pandemia è peggiorata ulteriormente: per questo, l’amministrazione ha ritenuto doveroso fare un accordo con le organizzazioni sindacali dando dignità a questi lavoratori mettendo loro a disposizione una sede".
Continua Peracchini: "il lavoro è fondamentale per la nostra società, nella nostra Costituzione si trova nel primo articolo, ma non può rimanere solo una parola e non possiamo pensare che le forme del lavoro rimangano le stesse, soprattutto a seguito della digitalizzazione e anche della pandemia: dobbiamo impegnarci tutti a dare dignità a ogni lavoratore”.
“Far attendere il turno al coperto significa ridare una dimensione di umanità, l’idea è quella di dare un ricovero accogliente tra una chiamata e l’altra e fornire quanto necessario per la manutenzione dei mezzi” , spiega Stefano Bettelli segretario generale Filtem Cgil.
“I ragazzi sono riusciti a trovare un luogo adatto anche soltanto per ricaricare gli smartphone, necessari per questo tipo di lavoro, speriamo non sia un punto di arrivo, ma di partenza”, afferma Francesco Tartarini segretario generale Cisl trasporti.
Pier Paolo Ritrovati, rappresentante sindacale Cgil e rider di Just Eat ha spiegato la funzione della sede: "Questo è il luogo dove attendere l’inizio del turno e dove tenere la propria divisa, è un luogo di socialità dove poterci ritrovare, qui abbiamo a disposizione alcune biciclette che possono sostituire il mezzo proprio in caso di necessità e abbiamo una saletta attrezzata che ci permette di aggiustare i mezzi danneggiati, questo è molto importante perché dovendo usare il mezzo proprio un malfunzionamento mette a rischio la giornata di lavora. Accanto alla Casa Rider c’è un centro per anziani e questa vicinanza permette anche uno scambio tra generazioni, spesso ci capita di fare da tutor digitali ai più anziani, ci fa piacere che si sia creato questo clima.”
La piattaforma Just Eat ha 23 dipendenti alla Spezia, circa 25 sono i dipendenti delle altre piattaforme di consegne a domicilio, una cinquantina di lavoratori che da oggi avrà un luogo dove potersi ritrovare.