Ha diviso in vita, ma oggi tutti piangono la sua morte. Ha combattuto per tre anni contro la leucemia, una forma molto grave che, purtroppo, non gli ha lasciato scampo. Ha combattuto con la forza che gli ha dato la famiglia, la moglie, i sei figli ed una nipotina nata da pochissimo, ed un po' anche con la forza che gli ha dato il mondo del calcio, con la panchina lasciata solo il tempo strettamente necessario dei ricoveri in ospedale, pronto poi a tornare subito, seppure debilitato e con il volto scavato, alla sua inesauribile passione.
Sinisa Mihajlovic se ne è andato oggi, a 53 anni, stroncato da una leucemia mieloide acuta.
"La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato": queste le parole con cui la famiglia ha annunciato la morte del guerriero.
In Italia Sinisa ha giocato con Roma, Sampdoria, Lazio e Inter; ha allenato Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. L'ultima esperienza è stata sulla panchina del Bologna, quando già lottava contro la malattia, un'esperienza conclusa con l'esonero, al quale sono seguite non poche polemiche. La sua ultima partita da allenatore resta quella pareggiata al Picco 2-2 il 4 settembre 2022.
La sua ultima apparizione in pubblico èrisale a soli pochi giorni fa, quando ha voluto partecipare alla presentazione del libro di Zeman.