In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l’Arma dei Carabinieri ha organizzato una campagna di sensibilizzazione con un filo conduttore: dire “No!” e “Mettere un punto” a qualsiasi forma di comportamento violento - sia fisico che psicologico - contro le donne e convincere tutte le donne che subiscono maltrattamenti o vessazioni di qualsiasi tipo a denunciare con fiducia ai Carabinieri. Non è giusto subire violenze o privazioni della propria dignità neanche all’interno delle mura domestiche, quando l’autore è una persona cara. È per questo che l’Arma punta a far diminuire il numero dei cosiddetti “reati sommersi”, spronando le vittime a muovere il primo passo verso la libertà: sporgere denuncia.
Anche quest’anno le caserme sede del Comando Provinciale della Spezia e del Comando Compagnia di Sarzana si illumineranno di arancione, in adesione alla campagna internazionale “Orange the World”, segnale dell’assoluta attenzione e priorità dell’Arma a invogliare le donne vittime di violenze a denunciare. Nonostante la crisi energetica, non si è voluto rinunciare a questo forte simbolo e lo si è fatto senza aumentare i consumi energetici con nuove illuminazioni, ma semplicemente usando quelle già attive.
È questa l’occasione giusta anche per ricordare che questo triste fenomeno si combatte anzitutto formando uomini e donne rispettosi della legalità, cominciando da lontano, tra i banchi di scuola, quando si forma la cultura ma soprattutto la coscienza dei cittadini del futuro. In tale ottica, i Carabinieri stanno prendendo contatti con le scuole per coinvolgere gli studenti in progetti di formazione.
Per far fronte a questa dolorosa piaga sociale, l’Arma si è dotata di vari strumenti, il primo dei quali è la Sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, che svolge attività di studio e analisi del fenomeno in favore dei reparti operanti sul territorio e programmi di formazione del personale. Tra i progetti più importanti vi sono il “prontuario operativo”, un documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione dei casi, e corsi sul tema dello stalking, a favore di Ufficiali in servizio presso i reparti investigativi e territoriali.
A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su Marescialli e Brigadieri altamente specializzati e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, con specifici corsi. Ad oggi, in Provincia della Spezia, ve ne sono già cinque ed il loro numero va aumentando.
Inoltre, è stata effettuata la mappatura dei Centri Antiviolenza presenti, per verificare esistenza ed operatività delle strutture attive nell’assistenza alle vittime.
Si sottolinea inoltre il progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato “Una stanza tutta per sé”, che ha consentito di allestire, all’interno delle Caserme del Comando Provinciale della Spezia e della Compagnia di Sarzana, di locali idonei all’ascolto protetto di donne vittime di violenza, accogliendole in un ambiente confortevole e meno “istituzionale”.
Infine, l’Arma ha partecipato con la Polizia di Stato alla realizzazione del sistema “Scudo”, una banca dati dedicata, volta a fornire nell’immediatezza, agli operatori che effettuano servizio di pronto intervento, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti.
L’impegno quotidiano degli uomini e le donne dell’Arma è innanzitutto finalizzato a prevenire e contrastare il triste fenomeno dei “femminicidi”, ma anche quello comunemente denominato “stalking”, ovvero i reati di “atti persecutori”, i casi di maltrattamenti in famiglia e le percosse.
In provincia della Spezia, nel corso dell’ultimo anno, i Carabinieri hanno continuato il proprio impegno per contrastare tali crimini. Sono state quasi 60 le vittime assistite ed i reati riconducibili a violenza di genere scoperti, con l’arresto di 9 presunti autori e la denuncia in stato di libertà di altre 44 persone. In ben 46 casi è stato attivato il protocollo del cosiddetto “codice rosso”, con un’incidenza di un caso a settimana, ed in 12 casi si è inoltre provveduto, visto l’alto profilo di rischio per le vittime, a collocarle presso un domicilio protetto. 12, in particolare, sono stati i casi di violenza sessuale per cui l’Arma è stata chiamata ad intervenire dall’inizio dell’anno.