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Alla Spezia un presidio per il disarmo nucleare In evidenza

Al via a Vienna la Conferenza sul Trattato di proibizione delle bombe nucleari:
“Inaccettabile che l’Italia sia assente”

Lunedì 20 giugno - ore 18.00 in piazza Mentana - La Spezia

 

Oggi, lunedì 20 giugno, alle ore 18.00 in piazza Mentana, davanti al Teatro Civico, si terrà il presidio sul tema “Guerra in Ucraina, disarmo atomico e Conferenza Onu sul Trattato di Proibizione delle bombe nucleari” promosso dall’ampio gruppo di associazioni spezzine che da mesi svolgono il presidio settimanale “Cessate il fuoco! Se vogliamo la Pace, prepariamo la Pace”.

Il presidio presenterà le iniziative della società civile per la “Nuclear Ban Week”, la settimana per la messa al bando degli ordigni nucleari in concomitanza con la Conferenza delle Nazioni Unite sul Trattato di Proibizione delle armi nucleari (TPNW) che inizia domani a Vienna. Conferenza alla quale il Governo italiano ha deciso di non partecipare.

"Una decisione incomprensibile e inaccettabile - affermano gli organizzatori del presidio - visto che alla Conferenza partecipano come osservatori tutti gli altri Stati europei – come Germania, Olanda e Belgio – che al pari dell’Italia ospitano sul proprio territorio ordigni nucleari statunitensi in base alla dottrina della “condivisione nucleare” della Nato. Alla Conferenza di Vienna partecipano oltre cento Stati, tra cui anche diversi Stati europei non firmatari del Trattato come Svezia, Finlandia, Svizzera e Norvegia che fa parte della Nato".

Per oltre un anno, la campagna “Italia, ripensaci”, promossa dalla Rete italiana Pace e Disarmo e da Senzatomica, ha chiesto al Governo italiano di partecipare come osservatore alla Conferenza delle Nazioni Unite di Vienna. Il Trattato di Proibizione delle armi nucleari (TPNW) è il primo trattato internazionale legalmente vincolante che prevede la completa proibizione delle armi nucleari in un percorso verso la loro totale eliminazione. È stato adottato dalla Conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 ed è entrato in vigore il 22 gennaio 2021 dopo la ratifica di 50 Stati. Nessuno dei Paesi che detengono ordigni nucleari (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord) ha finora firmato questo Trattato che è stato promosso da numerosi Stati e dalla Campagna internazionale per la proibizione delle armi nucleare (ICAN), insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace.

Nel mondo vi sono oggi 12.705 testate nucleari: più di 9mila fanno parte di arsenali militari pronti per un potenziale utilizzo. La gran parte sono detenute da Russia (5.977) e Stati Uniti (5.428) e quindi da Cina (350), Francia (290) e Regno Unito (225) ma anche da altri Stati come Pakistan (165), India (160), Israele (90) e Corea del Nord (20). La guerra in Ucraina sta offrendo il pretesto a diversi Stati, tra cui soprattutto Russia e Stati Uniti, ma anche a Cina e Regno Unito, per aumentare e potenziare i propri arsenali nucleari mentre la retorica sul possibile utilizzo delle armi nucleari sta diventando sempre più preoccupante. In proposito, il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha di recente evidenziato che “la prospettiva di un conflitto nucleare, una volta considerata impensabile, è tornata oggi nel regno delle possibilità”.

Concludono gli organizzatori del presidio: "In Italia, nelle basi di Ghedi e Aviano, sono presenti in ciascuna venti bombe nucleari del tipo B61 che sono in corso di sostituzione con le nuove bombe nucleari B61-12 che possono essere impiegate dai cacciabombardieri F-35 dell’Aeronautica Militare italiana. Queste nuove bombe nucleari non sono a caduta gravitazionale balistica ma saranno dotate di un nuovo sistema che ne garantirà la guida e direzionabilità: caratteristica che le rende utilizzabili per un attacco nucleare preventivo, il cosiddetto “First Strike”. La potenza di queste bombe “low-yeld” è regolabile (da 0,3-1,5 a 10 fino a 50 kiloton), quindi è molto superiore alle bombe atomiche sganciate dagli Stati Uniti nel 1945 sulle città di Hiroshima e Nagasaki (circa 20 kiloton)".


Il Presidio è promosso da:
ACLI, ANPI, ARCI, Archivi della Resistenza, Associazione Culturale Mediterraneo, Associazione Amici di Padre Damarco, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi, Associazione Murati Vivi, CGIL, Chiesa Battista, Chiesa Metodista, Circolo Pertini, Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, Comitato Acqua-benecomune, Emergency, Gruppo di Azione Nonviolenta, Informazione Sostenibile, Legambiente, Magazzini del mondo, Non una di meno, Libera, Rifondazione Comunista, Unione Donne Italiane, Unione degli Studenti.

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