Domenica mattina 3 aprile Elio, accompagnato dal direttore tecnico della tournée che lo vedeva impegnato al Teatro Civico della Spezia con “Ci vuole orecchio”, ha visitato le strutture di Luna Blu e Sant’Anna Hostel della Fondazione Aut Aut. Laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano e diplomato in flauto traverso al conservatorio della stessa città, il popolare artista ha speso l’intera mattina di domenica tra giovani adulti autistici e con disabilità psichiche impegnati a lavorare. Padre di un ragazzo autistico di 12 anni, Elio ne ha parlato per la prima volta nel 2018 in un lungo colloquio col giornalista Michele Serra.
“Mi sono deciso a fare outing per aiutare gli altri genitori, in grande difficoltà di fronte ad una scuola ancora troppo indietro ed una società che ignora il fatto che i ragazzi autistici non hanno bisogno di assistenzialismo, ma di inclusione sociale. Possono studiare e lavorare, diventando parte attiva di una società che includa la diversità, sono ricchezza e non peso per uno stato che voglia dirsi civile”.
Elio ha parlato con tutti i ragazzi impegnati a produrre pasta, torte e focaccia, servire al bar, governare le stanze d’albergo e perfino il pollaio realizzato a Sant’Anna Hostel. Ha incontrato i genitori del consiglio direttivo, presenti coi loro figli, constatando quanto sia difficile aprire un varco culturale che mostri la preziosità di un’inclusione lavorativa e di un’autonomia abitativa. Realizzate dalla Fondazione Carispezia, Luna Blu e Sant’Anna Hostel sono una vera e propria avanguardia sperimentale, che dimostra che genitori e Fondazioni di origine bancaria possono costruire nuove realtà, programmate con una visione non assistenziale dell’autismo.
“Bisogna che lavoriate insieme” - dice Elio, che da anni collabora con PizzAut di Nico Acampora – solo così potremo cambiare il destino dei nostri ragazzi, iniziato rinchiudendo gli autistici nei manicomi. In pochi avete dimostrato che i nostri giovani sono capaci di lavorare, socializzare, divertirsi come ogni altro essere umano. Dovete fare rete: non possiamo aspettare che lo Stato si accorga di ciò che fa ciascuna delle vostre associazioni. Dovete lavorare insieme, diventare forti, fare pressione perché la cultura sociale e le politiche sull’autismo cambino direzione”.