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Il Sindaco alla commemorazione promossa da ANED presso il Monumento "Ai caduti nei Campi di Sterminio nazisti" In evidenza

"Cadono i 77 anni dal terribile rastrellamento fascista di Migliarina, una pagina dolorosissima della nostra Città che doverosamente viene ricordata ogni anno come monito per le generazioni future"

 In occasione del rastrellamento e della deportazione nel quartiere di Migliarina del 21 e 22 novembre 1944, questa mattina il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini ha partecipato, insieme alle altre autorità cittadine, alla commemorazione promossa da ANED presso il Monumento "Ai caduti nei Campi di Sterminio nazisti" sito nel complesso scolastico del 2 Giugno.

Nel merito, il Sindaco Peracchini ha dichiarato quanto segue:

"Cadono i 77 anni dal terribile rastrellamento fascista di Migliarina, una pagina dolorosissima della nostra Città che doverosamente viene ricordata ogni anno come monito per le generazioni future e come momento di raccoglimento verso le oltre 400 persone vittime di quei giorni.

La Spezia è una delle città italiane con il numero più alto di deportati per popolazione e con più vittime in assoluto: basti pensare che solo da quel rastrellamento oltre 200 persone vennero deportate nei campi, in particolare a Mauthausen.

In termini di vite umane, infatti, abbiamo pagato a carissimo prezzo la democrazia e la libertà del nostro Paese, e proprio per questo agli appuntamenti simbolo, come questo, nel calendario civile non devono mai mancare le istituzioni.

Domenica 21 novembre nel ricordare il rastrellamento di Migliarina ho citato Franco Cetrelli, un ragazzo di quattordici anni, semplice garzone in un negozio di fotografia, che a seguito di quella notte a Migliarina venne deportato e ucciso nell'aprile 1945. Nel raccontare la sua storia, tantissimi cittadini mi hanno scritto testimoniando una storia familiare legate a quei giorni di novembre tramandate di generazioni in generazioni. Zii, nonni, parenti perduti da quell'odio cieco di cui caddero vittime. Ed è stata una grande emozione leggere quelle testimonianze , perché è come prendere nuovamente consapevolezza che siamo tutti fili intessuti nella stessa storia che, con grande dolore, privato e collettivo, ha portato a costruire un Paese libero e democratico.

Ecco io credo che proprio questi valori di democrazia e libertà siano l'unica vera bussola del nostro presente e del nostro futuro.

Leggere in questi contesti, purtroppo, commenti di chi paragona quei tempi oscuri del '44 caratterizzati dal Nazifascismo a quelli in cui stiamo vivendo ora a causa del Covid-19 e dell'introduzione del green pass o dell'importanza di sostenere la vaccinazione contro il Covid è semplicemente da far accapponare la pelle. Significa non aver compreso nulla del Novecento, non aver compreso nulla del nostro passato e, sicuramente, aver difficoltà a leggere il nostro presente. Faccio mie le parole di Liliana Segre al riguardo che, lo ricordo, questa Amministrazione si inorgoglisce di aver insignito del Premio Exodus: "follia, gesto in cui il cattivo gusto si incrocia con l'ignoranza".

Ecco anche per paragoni come quelli, c'è oggi un'urgenza vera di fare memoria, far parlare i testimoni, fare storia per debellare questo inquinamento nel dibattito pubblico che deve invece essere chiaro e limpido."

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