Da settembre 2020 a marzo 2021 sono state oltre mezzo milione le persone aiutate dalla Caritas in Italia e di queste 130 mila, ovvero una su quattro, non aveva mai chiesto aiuto prima. Da questi numeri emerge l'impatto dell'emergenza Covid sul fronte sociale e quanto la pandemia abbia destabilizzato famiglie e persone che prima non avevano particolari problemi economici ed erano in grado tranquillamente di provvedere a se stesse ed ai propri figli.
Per fare il punto sulla situazione attuale alla Spezia e sulle dimensioni dell'emergenza affrontata nel 2020, questo pomeriggio la IV Commissione Consiliare del Comune si è riunita per audire Don Luca Palei, Direttore della Caritas Diocesana spezzina e Stefano Strata, Responsabile dell'Osservatorio delle risorse e delle povertà della Caritas Diocesana.
“Ci ha salvato il fare rete tra realtà del sociale, del terzo settore ed il Comune – esordisce Don Luca - Riuscire a fare rete ci ha permesso di lavorare meglio ed in modo più efficace, evitando di duplicare i servizi. Ci sono stati giorni molto difficili, in particolare quando siamo stati in zona rossa, quando nessuno poteva stare per strada e si doveva pensare con ancora più urgenza del solito a chi non aveva un posto dove andare. E' stato un po' questo l'inizio della fase di maggiore impegno da parte della Caritas, e non solo, durante la pandemia, per dare un tetto ai senza dimora, ma anche pasti a chi non aveva modo di comprare da mangiare e sostegno a molte persone che avevano bisogno di supporto di vario tipo, dalla consegna della spesa e dei farmaci a domicilio, a una voce amica da ascoltare, anche solo al telefono, per combattere la solitudine”.
Racconta Don Luca: “Abbiamo avuto tra 70 e 90 presenze quotidiane al centro diurno realizzato al Montagna, è stato praticamente sempre pieno.
Intanto il dormitorio continuava la sua attività, con spazi che sono stati ripensati in risposta alle necessità e alle regole di distanziamento imposte dalla pandemia. E' stata pertanto attivata una nuova tensostruttura alla Cittadella per dare ricovero ad oltre 30 persone. Ogni giorno, poi, abbiamo distribuito oltre 1000 pasti”.
“Numeri molto più grandi del solito anche per le diverse sedi dell'Emporio della Solidarietà – sottolinea il Direttore della Caritas diocesana spezzina - e sono state tante le persone che hanno chiamato il numero verde che abbiamo istituito per avere informazioni di vario tipo: da come avere la tessera dell'Emporio, a come poter avere la spesa o i medicinali a domicilio”.
Senza dimenticare, poi, la rete di servizi parrocchiali: anche in questo caso il numeo delle persone aiutate è stato in netto aumento: “Dal 2016 al 2020 sono state censite circa 3400 persone; nel solo 2020 sono state 1057 quelle che si sono rivolte ai 12 centri parrocchiali attivi e bisogna considerare che ciascuna può poi aver avuto accesso anche a più servizi, quindi gli interventi sono sicuramente in numero maggiore”.
Un anno tutt'altro che semplice, quindi, nel quale fondamentale è stato, come ha detto subito Don Luca, fare rete, e che ha messo in luce la generosità d molti spezzini: “Di fronte a tanto lavoro arrivato per i nostri servizi, c'è stata una grande risposta di generosità, anche da parte di molti giovani. Sono stati tantissimi ad aiutarci, la mattina seguivano le lezioni a distanza ed il pomeriggio venivano a darci una mano. Il centro al Montagna se non fosse stato per loro sarebbe entrato in funzione dopo perchè quando sono arrivati i moduli abitativi avevo tutta la squadra di lavoro malata di Covid. Sono stati i ragazzi a darmi un grande aiuto a sistemare tutto. Tanta è stata anche la generosità dei giovani e delle loro famiglie, non appena le scuole hanno riaperto, nell'organizzare raccolte di generi alimentari da destinare all'Emporio”.
Ed ora quale è la situazione superata la fase più acuta dell'emergenza Covid, quella degli ospedali pieni, del lockdown e delle attività chiuse?
“Ora – afferma Don Luca – abbiamo il timore di un ulteriore periodo non facile quando si concretizzeranno nei fatti il blocco dei licenziamenti e degli sfratti”.
Aggiunge Stefano Strata, Responsabile dell'Osservatorio delle risorse e delle povertà della Caritas Diocesana.: “La difficoltà manifestata ora dalle persone è soprattutto per gli alloggi: sono la voce che divora la maggior parte dei redditi disponibili. In molti che si rivolgono a noi riscontriamo anche il problema di una non corretta gestione delle risorse. Si percepisce la difficoltà accumulata negli anni di programmare in modo adeguato le proprie risorse e stili di vita, che in non pochi casi appaiono poco conciliabili con le risorse disponibii. Bisogna fare cmprendere alle persone come agire e a chi affidarsi ed anche il valore del risparmio, anche piccolo.
Indispensabile è anche lavorare sulla genitorialità. C'è poi la necessità di aiutare con servizi e progetti specifici le piccole e micro imprese”.
I numeri di questi primi mesi del 2021 parlano di 700 persone censite dalla rete Caritas (gli italiani sono circa l'1% in più rispetto all'anno precedente). Si tratta per la maggior parte di persone nella fascia di età tra i 35 ed i 44 anni, seguite da quelle tra i 45 ed i 54 anni, ovvero di persone in età attiva. Questo dato è stato consolidato ed implementato dall'emergenza Covid, ma era in costante aumento anche negli anni precedenti.
Delle persone che hanno chiesto aiuto alla Caritas nel 2021 il 28% ha un alloggio in locazione da un privato, il 5% da un ente pubblico. Questo evidenzia come lo sblocco degli sfratti potrebbe causare davvero un incremento delle richieste di aiuto.