"A nome di tutta la Città, esprimo il mio più sincero cordoglio per la scomparsa di Pietro Cavallini – dichiara il Sindaco Pierluigi Peracchini – Cavallini è sempre stato un assoluto protagonista e punto di riferimento per tutta la comunità spezzina, dal punto di vista politico, sociale ed educativo. Un uomo di valore e di valori che hanno caratterizzato tutta la sua vita, e che ha lavorato a servizio della comunità sempre a favore dell'inclusione e dell'accoglienza.
Proprio dal punto di vista educativo, Cavallini è stato un innovatore dal punto di vista pedagogico, sociale e educativo: ricordo, solo a titolo di esempio, il grande centro sperimentale educativo del Carpanedo, realizzato in materiali ecologici e all'interno della fattoria biologica, dove hanno lavorato ragazzi disabili, accolti in una casa famiglia il cui promotore è stato proprio Pietro Cavallini. E' sempre stato un precursore dei tempi saldo nei valori di una tradizione socialista illuminata, innovando il mondo della scuola e non solo.
La sua passione civile e politica lo ha contraddistinto fino all'ultimo e credo che la Città perda un punto di riferimento fondamentale. Alla sua famiglia vanno le condoglianze di tutta l'Amministrazione".
Commenta invece Enrico Casarino (Legacoop): "Ancora colpito dalla notizia, desidero esprimere subito il mio cordoglio a tutti i famigliari e manifestare un pensiero deferente nei confronti del caro compagno Pietro. È stato un socialista vero, autentico, appassionato, è stato un lungimirante pedagogista, un amministratore pubblico capace. È stato per me soprattutto un cooperatore generoso, tenace e combattivo. Fondatore della cooperativa sociale CIS è stato tra i pionieri della cooperazione di inserimento lavorativo. Un innovatore, sempre, anche novantenne! Persona di rara intelligenza e capacità, ha dedicato tutta la sua vita alla comunità, all'impegno sociale e civile. Da oggi i cooperatori sono più soli e La Spezia è più povera".
Condoglianze anche da Raffaella Paita, che scrive: "Se ne è andato Pietro Cavallini, un uomo che conoscevo bene, stimavo profondamente e a cui volevo tanto bene. E' stato un dirigente scolastico precursore di un'epoca, di una rivoluzione culturale che ha permesso alla Spezia di intervenire , tra le prime città in italia , sui temi dei diritti delle persone disabili.
Sessant'anni fa aveva iniziato un lungo lavoro per favorire la piena integrazione dei ragazzi disabili. Era partito in questa battaglia culturale dal circolo scolastico di Fossitermi divenuto il cuore di questo suo lungimirante pensiero e delle sue battaglie. Dall'altra parte la sua vita politica spesa per il socialismo riformista e nelle battaglie per i diritti delle persone.
Non ha mai smesso di credere in questi valori, ha fondato la fattoria didattica del Carpanedo proprio per a promuovere la cultura della pedagogia sposata all'ambiente con uno sguardo lungo e assolutamente attuale.
Un uomo che ha vissuto in maniera appassionata e che oggi lascerà un grande vuoto per tutta la città. Alla famiglia voglio inviare le mie più sentite condoglianze".
Questo il ritratto che ne traccia Egidio Banti: "In tanti hanno ricordato in queste ore, giustamente, il ruolo decisivo svolto da Pietro Cavallini nel dare una speranza di vita e un inserimento concreto nella società a ragazzi e ragazze diversamente abili.
Vorrei ora ricordare che questa sua attività, che lo consegna alla storia della città e della provincia, si inseriva in una visione culturale e politica che ha rappresentato uno dei punti di forza della vita spezzina nel secondo dopoguerra.
Con Cavallini, infatti, se ne va uno degli ultimi assessori comunali della prima giunta comunale allora definita di "centrosinistra organico", quella presieduta dal sindaco democristiano Carlo Alberto Federici dal 1961 al 1965. Per la prima volta sedevano insieme in giunta assessori democristiani e socialisti (in quella precedente il PSI dava invece solo l'appoggio esterno). Cavallini era uno di loro. Socialista autentico e convinto, era anche, come un po' tutti i componenti di quella coalizione, un "uomo del dialogo". Sapeva scegliere gli interlocutori giusti, sapendo che non tutti li erano, anche tra gli alleati e magari tra i compagni di partito, ma c'erano. Lo aiutava, in questo, la matrice culturale della pedagogia "laica", che si confrontava in quegli anni con quella dei maestri "cattolici". Alla Spezia i traguardi imponenti del percorso educativo e didattico raggiunti nel dopoguerra si legano proprio alla "competizione", peraltro sempre corretta, tra quelle due grandi scuole di pensiero pedagogico. Cavallini, con il suo "braccio destro" Gianni Nicora, visitava in giro per l'Italia, anche proprio come assessore, i ragazzi diversamente abili rinchiusi, spesso tutta la vita, in istituti difficili già allora da accettare come scelta definitiva. Nasce così, da un insieme straordinario di politica, di pedagogia e di "nuovo umanesimo" democratico, la scelta di campo che tanti ricordano oggi al momento della sua scomparsa.
La stagione delle giunte Federici e Musiani, delle quali Pietro Cavallini fu grande protagonista, fu una stagione, forse irripetibile, di semina e di costruzione culturale e politica. Anche per questo, via via che ci lasciano, dobbiamo rendere grazie a coloro che ne furono protagonisti e assicurare l'impegno ad adeguare ai tempi nuovi quel loro sforzo".