La Spezia partecipa al progetto nazionale per la “qualità dell'abitare”, avviso emesso dal MIT (Ministero dei Trasporti) che permette di ottenere un finanziamento di massimo 15 milioni di euro per la riqualificazione delle città, sia sul fronte del patrimonio abitativo che del tessuto urbanistico.
La scelta dell'amministrazione spezzina è stata quella di presentare non un massimo di 3 progetti come concesso dall'avviso, ma di puntare su un unico piano di riqualificazione, ovviamente più ampio e articolato su diversi quartieri della città, che verrebbero “interlacciati” tra loro e messi in comunicazione in modo migliore con il centro.
Secondo quanto previsto dall'avviso, il progetto non è una “semplice” riqualificazione, ma risponde anche a un bisogno sociale e alla necessità di rifunzionalizzare alcune aree del patrimonio pubblico e privato per renderle disponibili a tutta la cittadinanza.
Tra le parole chiave alla base del progetto c'è quindi, senza dubbio, socializzazione. Ma c'è anche connessione, sia tra le varie aree della città, che tra i cittadini, con particolare riferimento alle diverse fasce d'età, in quanto si creerebbero spazi e sistemi innovativi per l'inclusione sociale. Ovviamente l'avviso chiede anche di tenere in considerazione la sostenibilità ambientale e la sicurezza.
“Alla base di tutto – afferma l'Assessore con delega alle politiche sociali ed abitative Giulia Giorgi – c'è la volontà di creare un progetto diffuso di riqualificazione residenziale e sociale, rafforzando anche la continuità territoriale all'interno della città. Vorremo dare un risposta alle esigenze del territorio, degli anziani e dei disabili in primis, ma anche dare una risposta concreta sul fronte delle necessità abitative”.
A prevalere nel progetto spezzino è la riqualificazione dell'esistente, sia del patrimonio di edilizia sociale del Comune che di ARTE, ma anche di parchi ed aree verdi. Il tutto, come detto, guardando al sociale e alla socializzazione. Ecco allora che il cuore del progetto può essere individuato nel co-housing al quale verrebbero destinate le ex scuole di Fabiano e di Melara.
Il co-housing è un nuovo modo di abitare, lo si può considerare l'evoluzione del social housing. Le condizioni sociali, infatti, sono molto cambiate negli ultimi decenni e questa tipologia di alloggio ha la potenzialità di creare servizi sia per i singoli che vi risiedono che per il quartiere. Si creano spazi sociali, comuni, rivolti non solo all'interno ma anche al'esterno del condominio. La trasversalità dell'utenza permette di mettere in contatto le diverse classi sociali e fasce d'età della cittadinanza.
Nella ex scuola di Fabiano dovrebbero essere ricavati 12 alloggi, 13, invece, nella ex scuola di Melara. Si tratta in prevalenza di monolocali rivolti ad anziani, con a fianco una stanza comunicante che può essere abitata da una badante. Ma non solo, alcuni alloggi potrebbero essere destinati ai giovani, che potrebbero essere un aiuto per gli anziani che risiedono nell'edificio, andando a costituire quella sorta di rete familiare che a molti “nonni” manca. Nell'edificio, poi, c'è un'area con servizi non solo per chi vive al suo interno, ma per tutto il quartiere.
Il co-housing permette agli anziani di avere una propria abitazione e quindi una propria privacy e vita autonoma, ma allo stesso tempo dà loro la possibilità di condividere momenti di vita comune e la sicurezza di avere assistenza e non essere soli.
La formula pare riscuotere molto interesse, visto che il bando emanato dal Comune per alloggi in condomini solidali già creati in città ha visto pervenire 35 domande.
Socializzazione e connessione all'interno del quartiere, quindi, ma non solo, perchè c'è un filo conduttore che unisce tutte le aree della città inserite nel piano: una rete di piccola infrastruttura che crea un percorso che lega Fabiano con le Pianazze. Dalla ciclopedonale di Fabiano, all'Umbertino, poi la via delle mura ed infine l'alta via del Golf: un percorso in parte esistente, in parte da riqualificare ed in parte infine da completare.
Il costo del progetto ammonta a circa 16,5 milioni di euro (comprendendo anche finanziamenti regionali. Per l'amministrazione comunale non c'è investimento economico, ma patrimoniale).
I QUARTIERI COINVOLTI
Come anticipato, il Comune della Spezia ha scelto di puntare su un progetto che riguardasse, e legasse, diverse aree della città. Coinvolti sono pertanto vari quartieri, in ognuno dei quali sono previsti interventi di riqualificazione.
“Sostenibilità, accessibilità, connessione, valorizzazione del territorio e unione delle periferie con il centro”: con questi termini i progettisti hanno descritto il piano presentato, che hanno raffigurato con una immagine, quella della circolarità.
Questi i quartieri coinvolti e le aree e gli edifici sui quali si interverrebbe:
- Fabiano: recupero della ex scuola con la realizzazione di 12 alloggi di co-housing (3 milioni di euro) e recupero dell'area verde (60 mila euro);
- Umbertino: riqualificazione alloggi di edilizia popolare e riqualificazione parco del 2 giugno con elementi che ne facciano una zona fruibile dalle diverse fasce d'età della popolazione, non solo dagli studenti (oltre 1 milione 600 mila euro);
- Melara: realizzazione di 13 alloggi di co-housing nella ex scuola (3,8 milioni) e miglioramento della sicurezza del percorso pedonale;
- Pianazze: riqualificazione del Pprco dei Cigni, con la realizzazione tra l'altro di una fattoria didattica (oltre 350 mila euro) e individuazione di uno spazio sociale all'interno di uno degli edifici ARTE.
RECUPERO ALLOGGI DI EDILIZIA SOCIALE NEL QUARTIERE UMBERTINO
Il progetto prevede la riqualificazione di circa 130 unità immobiliari di edilizia sociale di proprietà del Comune della Spezia e di ARTE. Si tratta di alloggi che sono stati progressivamente abbandonati e non riassegnati spesso perchè da sistemare o perchè non idonei a persone anziane o disabili. L'avviso del MIT, infatti, prevede anche interventi di abbattimento delle barriere architettoniche (In 11 palazzi è prevista la realizzazione dell'ascensore). Gli interventi di riqualificazione permetterebbero così di avere numero di alloggi da poter tornare a destinare a chi ne ha bisogno.
L'investimento per questo tipo di interventi è di circa 2,7 milioni di euro.