Ampliare le aree della molluschicoltura e riprendere la coltivazione di altre specie di molluschi, questo il cuore del progetto sperimentale, con un importo di 150mila euro stanziato da Regione Liguria su fondi europei, presentato questa mattina allo Stabulatore di Santa Teresa, luogo dove la cooperativa dei mitilicoltori spezzini lavora un simbolo di questo territorio, il muscolo.
E’ stato installato un impianto temporaneo dove i mitilicoltori, Arpal e Asl analizzeranno i campioni per monitorare la situazione in questo anno di sperimentazione.
In caso di riuscita, si tratterebbe di un punto di svolta per la mitilicoltura perché si amplierebbe notevolmente l’area dedicata alla coltivazione e permetterebbe anche di migliorare la qualità. Un progetto che guarda nello specifico a 3 aree: Bocca di Magra interna (impianto per telline, vongole e vongole veraci), Bocca di Magra esterna (per mitili, oltre che per la sperimentazione della specie ostrea edulis, ostrica piatta) e della diga foranea esterna di Porto Venere, particolarmente indicata per una depurazione naturale dei molluschi e un ulteriore miglioramento del prodotto.
Un progetto, realizzato da Regione Liguria insieme ad Arpal, Asl 5 spezzina e Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, che guarda non solo all’ampliamento di due eccellenze già note come il muscolo e l’ostrica spezzina, si valuterà infatti anche la possibilità di ampliare le specie da coltivare. Entro la metà del 2022 si otterrà una mappatura delle aree vocate alla molluschicoltura.
"Regione Liguria – ha dichiarato il vice presidente Alessandro Piana – sostiene, nella convenzione tra Regione e Arpal, Asl 5 Spezzino e IZS PLV, tramite la misura 2.51 del FEAMP avviato a novembre 2019, l'ampliamento in mare aperto delle zone dedicate alla molluschicoltura. Una esigenza nata dagli stessi mitilicoltori che, a fronte dell'aumento della domanda, chiedono possibilità di sviluppo, anche per facilitare gli ingressi delle nuove leve. L'acquacoltura italiana, e quella ligure in particolare, non svolge ancora quell'auspicabile funzione di integrazione nella fornitura di prodotti ittici, che nel nostro Paese provengono ancora per l'80% da importazioni: con questo piano desideriamo invertire la tendenza e rimettere al centro le nostre eccellenze".
"L'obiettivo è quello di supportare allevamenti efficienti, innovativi, basati su conoscenze integrate, impattando favorevolmente sull'occupazione e sull'economia del comparto. I prodotti ittici di quest'area, del resto, sono tra i migliori d'Italia”.