Simona Castelletti ha improntato tutta la sua carriera sull’arte partendo dal liceo artistico per poi formarsi al DAMS di Bologna e a Brescia con un master in marketing e management per imprese d’arte e spettacolo. In seguito ad un’esperienza milanese ha lavorato al Museo Luzzati di Genova.
Genovese ma da sempre molta legata a Pignona, piccola frazione di Sesta Godano, nel 2018, con la chiusura del Museo, si è trovata a riaprire il suo cassetto dei sogni legato alla tradizione, alla famiglia, che in qualche modo non aveva mai smesso di alimentare, nonostante la carriera nel mondo dell’arte.
Ha deciso così di stravolgere la sua vita iniziando a intraprendere un lavoro particolare, la coltivazione di zafferano, sui terreni della madre, che erano dei nonni.
In queste zone c’è la presenza dello zafferano selvatico che è assolutamente commestibile. Così nel 2018, concluso il lavoro al museo, ha provato ad adibire un piccolo appezzamento di terreno che ha reso bene e ha fatto crescere l’entusiasmo.
“Lo zafferano è un bulbo con bellissimi fiori viola, viene seminato tra agosto e settembre e tra ottobre e novembre si ha un riscontro sulla fioritura e sulla rendita. In questo momento i bulbi sono in fase vegetativa, a maggio vengono raccolti per poi essere rimpiantati ad agosto. Io mi baso molto sulle tradizioni di famiglia quindi sul discorso delle lune ecc", ha spiegato Castelletti ai microfoni di RLV.
“Al momento sono occupati due ettari ma ci sono altri terreni che vorrei sistemare per poter allargare la coltivazione e magari integrarla con altre cose, ovviamente è tutto ciclico e ci vuole anche pazienza”.
“Questo lavoro mi entusiasma, mi piace proprio pulire i fiori per raccoglierne i pistilli. Il 2019 è stato un anno importante e ne abbiamo raccolti quasi un etto. Mentre il 2020 è stato un anno molto particolare, umido, con poco sole e la fioritura è stata particolare”.
“Sto facendo un corso, cerco sempre di crescere perché la conoscenza permette di non fermarsi mai. Trovo che sia molto importante fare il bene del territorio, senza egoismi ma anzi facendo rete e entrando in sinergia con altri giovani imprenditori locali”.