“Il confronto fra il personale della ASL 5 con il resto dei territori non si fa sulla base del numero di abitanti, ma sui servizi offerti”. Così ci risulta abbia risposto il nuovo direttore della ASL 5 a precisa domanda di un Consigliere comunale e durante l’audizione in Commissione sanità del Comune capoluogo.
Una affermazione che stravolgerebbe il concetto di organizzazione del servizio sanitario pubblico basato sull’ equità per tutti i cittadini, giacchè sembra ipotizzare che, se hai poco personale perché hai pochi servizi, va bene lo stesso, perché quel poco basta per i servizi che eroghi.
A prescindere dal fatto che la ASL 5 è estremamente carente, perché il personale non basta neppure per i servizi (insufficienti) che abbiamo, anche prendendo per buono questo concetto, la cosa non ci piace affatto.
Crediamo che non ci sia argomento che possa giustificare il divario del 30% fra la ASL 5 (che, ricordiamo, si attesta a 100 operatori ogni 1.000 abitanti) e la media regionale (150 operatori ogni 1.000 abitanti, toccando punti anche di 180 nel territorio genovese).
Non capiamo cosa significhi questa affermazione del dottor Cavagnaro.
Forse che le necessità della nostra ASL si fermano a tamponare i già gravi buchi di organico che hanno messo in difficoltà gli attuali servizi?
Noi crediamo che, invece, si debbano già ora vedere i segnali di un cambiamento di rotta, perché le dotazioni di personale, ma anche di strutture e strumentazioni, devono essere predisposte sulla base della giustificata richiesta di salute e servizi che la popolazione di un territorio avanza.
Manchiamo di più di 250 posti letto fra acuti e riabilitazione rispetto ai parametri minimi previsti per legge e questo costringe i cittadini a rivolgersi altrove, con relativi esborsi da parte della ASL per decine e decine di milioni di euro, o a pagamento per ottenere prestazioni in tempi decenti.
E non da meno sono i servizi territoriali.
Ci faccia capire dottor Cavagnaro: siccome abbiamo meno servizi di quelli che dovremmo avere, in base alla richiesta ed ai minimi previsti per legge, va bene così e ci teniamo questa enorme differenza con gli altri territori della nostra regione e servizi così carenti?
Per dirla con qualche esempio: quale personale ci metteremo dentro al nuovo Felettino coi suoi 500 posti letto più quelli del san Bartolomeo di Sarzana? Con quale personale pensiamo di riaprire, già oggi, le normali attività chirurgiche di elezione ed abbattere, domani, le liste di attesa ? Con quale personale pensiamo di rilanciare le attività dei servizi territoriali oggi deficitari, anche senza l’emergenza Covid ?
Tutto ciò senza neppure considerare quale boccata d’ossigeno potrebbero portare nuove assunzioni verso una Provincia asfittica per le occasioni di lavoro, soprattutto per i giovani (ci si è chiesti quanti giovani – infermieri o medici – spezzini sono costretti a lavorare fuori provincia?).
Accogliamo con favore il fatto che si sia deciso di assumere i dirigenti medici e sanitari che mancano da anni, ma non ci accontentiamo di riempire qualche buco storico.
I cittadini della nostra Provincia hanno il diritto di avere quello che spetta loro, secondo un principio di equità con gli altri territori liguri.
Manifesto per la sanità locale
Insieme per una sanità migliore