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Murati vivi: "Le aree militari sono un cadavere abbandonato e nocivo"

"Visibile serenamente dalle finestre maroline e che l'impresa di due youtuber ha svelato ancor più chiaramente"

"Sono anni che ci battiamo affinché la classe dirigente di questa città assuma decisioni e intraprenda percorsi di riappropriazione di quelle aree militari che sono abbandonate, pretendendo che vengano rese alla comunità bonificate, così come 150 anni or sono ci sono state tolte. Da anni raccontiamo come l'attuale Arsenale sia il cadavere di quella struttura che fu volano di sviluppo di una città agli albori del XIX secolo, una storia che oggi è chiusa.

Un cadavere visibile serenamente dalle finestre maroline e che l'impresa di due youtuber ha svelato ancor più chiaramente: le famose aree strategiche degli ammiragli che si susseguono sono mere fantasie, tese a mantenere uno stato di cose del tutto inaccettabile. L'impresa di Urbex, al limite del folle se si valutano i rischi per la salute e viste le condizioni in cui versa un patrimonio dello Stato, lasciato in totale abbandono dai primi anni '90, conferma il degrado e l'evidente presenza di sostanze nocive, tra le varia, neanche a dirlo, di lastre di amianto. Ma da oggi siamo anche più sereni, perché la Marina militare ha speso un po’ di risorse per chiudere la "porta della vergogna", ripristinando l’interdizione all'area strategica allo sforzo militare.

Dal comico al serio, tocca a noi che viviamo Murati Vivi porsi la domanda su cosa impedisca una civile transizione di aree inutilizzate alla città. Forse i veleni che insistono su queste aree? Forse il mantenimento di uno squallido ricatto di presunta occupazione, quando la trasformazione oculata di questa parte della città porterebbe a d uno sviluppo sostenibile e ad un miglioramento della qualità della vita delle borgate limitrofe?
Abbiamo da tempo proposto chiaramente che occorre intraprende la via di un nuovo piano strategico della città, strutturato attraverso un percorso partecipativo, in grado di dare le indicazioni su come progettare la città del nostro futuro, invece assistiamo a rilanci di fantomatici piani Brin, che probabilmente corrispondono a clientele più remunerative elettoralmente, o a indignazioni fittizie se la Marina militare non concede gli spazi per i parcheggi del Picco. Non desta sconcerto se una perizia porta all'archiviazione dell'esposto che i Murati Vivi hanno presentato, riguardo alle decine di migliaia di coperture in eternit ancora al loro posto a due anni dagli scoperchiamenti, o se tale perizia cestina le conclusioni dell'ing.Boeri (perito dell'allora procuratore Attinà) sostenendo che i veleni presenti nel campo in ferro non sono un pericolo per l'uomo visto i dilavamenti in mare?

Nel 2020 le autorità militari vogliono ancora negare l'evidenza, costringendo la città a restare al palo su un modello di 50 anni fa, noi restiamo dell'idea che ciò che lo Stato non usa vada reso alla comunità, dando la priorità alla sua bonifica. Il consiglio comunale si espresse unanimemente su una nostra proposta che impegnava il sindaco ad intraprendere questo percorso, occorre renderlo attivo, con passaggi di controllo e verifica che ad oggi sono mancati. Noi non temiamo di confrontarci con le istituzioni, sulle nostre proposte e sulle nostre prospettive. La nostra battaglia non è solo per ridare dignità alla nostra borgata, ma la speranza di una città che abbia un futuro prossimo di alto profilo, scevra da una centenaria sudditanza ormai desueta e senza significato".

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