Negli ultimi anni, ed in particolar modo negli ultimi mesi, in conseguenza delle restrizioni e cautele nei movimenti delle persone connesse alla pandemia, in molti hanno preferito effettuare i propri acquisti tramite il commercio elettronico e le vendite online con consegna a domicilio hanno registrato un incremento a doppia cifra.
Accanto ai colossi del settore, che hanno conquistato una buona fama in termini di affidabilità e relazioni con la clientela, proliferano anche una serie di malintenzionati che, utilizzando pagine di siti web oppure di social media, propongono in offerta prodotti o servizi ingannevolmente, con l’unico scopo di estorcere ai malcapitati somme di denaro, a volte anche ingenti, a fronte di promesse mai mantenute.
Il fenomeno ha fatto “vittime” anche sul nostro territorio e, in particolare, la Guardia di Finanza di Sarzana, dall’inizio del “lockdown”, ha indagato su 5 diversi casi che si sono conclusi con la denuncia all’autorità giudiziaria di altrettanti responsabili.
In alcuni casi, il venditore – celato dietro una pagina Facebook o su siti di annunci – propone in vendita un bene, ne ottiene il pagamento anticipato e poi sparisce, senza consegnare il bene in vendita. Esempi di questa casistica sono stati un cittadino sarzanese, che dopo aver visionato tramite un sito internet un motore usato per la propria autovettura, ha contattato il venditore per chiedere informazioni e, dopo aver concluso la trattativa per l’acquisto, ha effettuato il bonifico per la cifra di 1200 euro circa, senza però ricevere il prodotto acquistato; oppure un cittadino di Luni che, dopo aver effettuato una ricarica Postepay di circa 700 euro per l’acquisto di un cucciolo, non ha mai più ricevuto notizie dal venditore. In questo caso, il truffatore si è avvalso per i contatti telefonici di una scheda fittiziamente intestata ad un nominativo di un extracomunitario probabilmente estraneo ai fatti, ma ha utilizzato una Postepay al medesimo riconducibile.
Poi un sarzanese che, dopo aver visionato un annuncio su un sito di compravendita online, ha bonificato 110 euro su un conto corrente per l’acquisto di un telefono cellulare, mai ricevuto.
In altri casi, più ingegnosi, è il compratore in malafede che riesce ad ottenere indebitamente somme di denaro dal venditore. Un cittadino sarzanese, dopo aver messo in vendita uno zainetto su un noto sito di compravendita tra privati al prezzo di 30 euro, è stato contattato da un soggetto che, dichiaratosi interessato all’acquisto dell’oggetto, gli ha richiesto, con espressioni tese ad abbindolare il truffato, di versare la somma di 130 euro (di cui 100 euro ad ipotetica garanzia del trasferimento), a mezzo money transfer. A questo punto, il venditore, confuso dalle parole dell’ipotetico acquirente, ha effettuato la transazione e poco dopo è stato ricontattato dall’interlocutore che, adducendo fantasiose problematiche, ha chiesto altro denaro per il fantomatico sblocco di ulteriore somme versate. Questo meccanismo, ripetuto per diverse volte, ha comportato il versamento di una somma totale di circa 1900 euro, prima che il truffato si decidesse a sporgere denuncia.
Un altro sarzanese si è imbattuto in due siti che pubblicizzavano le attività di due diverse false società di credito ed ha cercato di ottenere un prestito online, attraverso contatti via e-mail o Whatsapp con interlocutori che hanno immediatamente richiesto, come spese di apertura pratica, una cifra complessiva di circa 700 euro, a fronte dei quali naturalmente non è poi stato erogato nessun finanziamento.
Le Fiamme Gialle di Sarzana hanno approfondito tutti i casi sopra descritti, analizzando i conti correnti utilizzati per il trasferimento del denaro e i numeri di telefono con i quali i truffatori hanno contattato i “clienti”, e hanno deferito all’autorità giudiziaria competente cinque responsabili.
Alla Spezia, invece, sono stati denunciati due casi in cui i venditori (in un caso di un paio di scarpe, nell’altro di un mobile) sono stati contattati da altrettanti acquirenti che, senza alcuna trattativa, hanno proposto di pagare con una procedura - a loro dire - più immediata, con la quale il venditore avrebbe ottenuto velocemente il contante a pagamento della transazione, erogato da un bancomat.
L’acquirente ha consigliato al venditore di portarsi presso uno sportello bancomat e inserire la propria carta e, al telefono, gli ha spiegato passo a passo cosa digitare sullo schermo per ottenere il pagamento. In realtà, il truffatore sperava di sfruttare la scarsa dimestichezza degli interlocutori con le operazioni di sportello automatico e li ha indirizzati su una procedura che si sarebbe conclusa con l’accredito a proprio favore delle somme in gioco. In un caso però il venditore non ci è cascato: ha solo finto di seguire le istruzioni del truffatore per poi denunciare il tutto alla Guardia di Finanza.