In questa fase 3 del Covid - 19 proseguono le iniziative dell’Alpinismo Lento per suggerire interessanti e piacevoli attività all’aria aperta.
Nei giorni scorsi alcuni amici del Mangia Trekking hanno organizzato ed effettuato una camminata storico culturale sul monte Capri, tra il Comune di Riccò del Golfo in Val di Vara ed il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Scopo dell’iniziativa, andare ad osservare da vicino il megalite “sdraiato” situato sul declivio della piccola montagna, in una zona ove l’associazione opera alla manutenzione dei sentieri.
Si tratta di uno dei tre megaliti rinvenuti in provincia della Spezia. Una pietra di arenaria grigia avente la forma di un obelisco appuntito. La sua altezza è stimata intorno a 3,80 metri, mentre la circonferenza è calcolata in 2 metri, e 20 cm la circonferenza in punta. Spezzato a circa metà della sua lunghezza, si ritiene che la frattura sia avvenuta durante la caduta dalla posizione verticale. Questo grande manufatto in pietra è il simbolo ed il prodotto di una cultura molto antica, e la tipologia della stessa pietra, conferma che non si tratta di un fenomeno naturale. Opportuni scavi nel terreno, hanno fatto rinvenire sotto il menhir, un lastricato, che formava la sua base piana per ovviare alla ripidità del pendio. Nel lastricato sono state inoltre rinvenute altre pietre, lavorate dall’uomo, oggetto di archeologia preistorica.
Così a margine della visita al Menhir di monte Capri, gli amici del Mangia Trekking sono tornati a porsi una domanda antica, a cui pare che neppure le più moderne tecnologie sappiano ancora dar risposta certa. Il Menhir è frutto di una cultura contemporanea a quella delle “stele antropomorfe” rinvenute in Lunigiana, oppure è l’espressione di un momento preistorico precedente?