Ad ottobre 2019, nel corso di un controllo antidroga nei confronti di due giovani, nel cellulare di uno di essi, i Militari avevano trovato numerosi filmati pedopornografici e di violenza.
Da qui è iniziata una indagine condotta dalla Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Sarzana per analizzare il contenuto della chat, costituito da migliaia di gigabite, con partecipanti di tutta Italia: il cellulare è stato immediatamente sequestrato e, successivamente, a seguito di perquisizione domiciliare il medesimo provvedimento è stato adottato per il tablet di proprietà ed in uso allo stesso giovanissimo, sul quale navigava ed archiviava i filmati pedopornografici.
L’indagine ha permesso di individuare 67 persone in tutta Italia, che si sono rese responsabili della condivisione di files pedopornografici nella chat in questione. Sono state tutte denunciate in stato di libertà, a vario titolo, per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico (art. 600 ter comma 3 c.p. pena da 1 a 5 anni di reclusione e multa da 2.582 a 51.645 euro e 600 quater c.p. pena fino a 3 anni di reclusione e multa non inferiore a 1.549 euro) ed istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia (art. 414 bis c.p. pena da 18 mesi a 5 anni di reclusione).
La dettagliata informativa di reato è finita sul tavolo dei Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, competente per materia sui reati commessi dai maggiorenni, e della Procura della Repubblica per i Minori di Genova.
Il Pubblico Ministero del Tribunale dei Minori di Genova ha coordinato l’indagine e inviato le deleghe alle competenti Procure sul Territorio Nazionale.
Nella mattinata di ieri, in varie province italiane, i Carabinieri hanno eseguito 14 perquisizioni domiciliari disposte dall’Autorità Giudiziaria nel corso delle quali sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi apparecchi e supporti informatici, che saranno sottoposti ad accertamenti tecnici.