A oggi il luogo in Liguria al primo posto della classifica provvisoria (classifica provvisoria completa su www.iluoghidelcuore.it ) è la Ferrovia della Meraviglie Cuneo-Ventimiglia-Nizza, una straordinaria opera dell’ingegno umano che sfida i limiti fisici - in meno di 50 km in linea d'aria supera un dislivello di mille metri - per creare un ardito collegamento tra territori e nazioni, pensata e realizzata quasi due secoli fa per unire l’Italia alla Francia, il Piemonte alla Liguria, i monti al mare, la pianura alla costa. Nonostante la sua spettacolarità e l’utilità per tutte le persone che ne usufruiscono, dagli anni Ottanta del Novecento la linea ferroviaria non è stata sufficientemente valorizzata e sostenuta. Malgrado i considerevoli investimenti per la sua messa in sicurezza, è mancata una vera e propria politica di rilancio, con un inevitabile declino e una drastica riduzione delle corse (attualmente 2 al giorno), ma anche un’incombente minaccia di chiusura, acuita dalla doppia gestione italiana/francese. Eppure questa è la “Ferrovia delle Meraviglie”, inserita nel 2016 dalla rivista tedesca Hörzu tra le dieci linee ferroviarie più belle del mondo. I tre comitati: “Amici del Treno delle Meraviglie”, “Amici della Ferrovia Cuneo Ventimiglia Nizza” e “Amis du Train des Merveilles” auspicano, attraverso l’attivazione a “I Luoghi del Cuore”, un potenziamento della linea ferroviaria e la sua valorizzazione. La ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
Segue la Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano a La Spezia, costruita nel 1348 come ampliamento di un edificio preesistente, fu più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. Subì danni durante la Seconda Guerra Mondiale e venne usata come magazzino nel dopoguerra; ulteriori utilizzi impropri hanno provocato un progressivo degrado del bene. Già votata ai censimenti 2012 e 2014, la chiesa, a cui gli abitanti del quartiere Pegazzano sono molto legati, ha beneficiato di un contributo messo a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito del Bando per la selezione degli interventi che viene lanciato al termine di ogni censimento, grazie al quale è stato reso possibile il restauro di due altari settecenteschi, parte di un processo di recupero complessivo che ha già riguardato l’abside e ha permesso la riapertura al pubblico. I lavori devono però essere completati e per tenere alta l’attenzione sui bisogni di questo luogo il comitato “Salviamo San Michele Vecchio di Pegazzano” ha scelto di attivarsi nuovamente in occasione de “I Luoghi del Cuore” 2020.
Tantissimi voti sono arrivati per il minuscolo borgo di Monesteroli, in provincia della Spezia, inserito nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Si raggiunge attraverso una scalinata di oltre 1.200 gradini, che scendono dalla collina sovrastante, passando tra boschi e vigneti per poi aprirsi in una discesa mozzafiato. Proprio i vigneti sono parte della ragion d’essere del borgo: nelle sue cantine, infatti, veniva vinificata l’uva raccolta, trasportata a spalle in gerle lungo la ripida scalinata. Soltanto il rumore del vento e delle onde rompe il silenzio in questo borgo aggrappato alla roccia, sul filo del mare. A Monesteroli non abita nessuno, non è arrivata la linea elettrica, né il metano. Solo piccoli pannelli solari e un acquedotto irriguo permettono una fruizione meno spartana. Oggi, per salvare questo luogo serve mettere in sicurezza una frana, manutenere il sentiero che congiunge il borgo con il crinale e il mare e ricominciare a coltivare i terreni: questo è l’intento con il quale si è attivato il comitato “Per Monesteroli”, nato dall’idea di un gruppo di amici. La raccolta voti è sostenuta dal comico Dario Vergassola, dal giornalista Emilio Casalini e dall’attore Clayton Norcross.
Numerose le segnalazioni giunte per Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli, luogo votato in diversi censimenti FAI, il cui parco è uno tra i maggiori giardini storici a livello europeo. A seguito del risultato nell’edizione 2018 e del progetto di recupero presentato al Bando per la selezione degli interventi lanciato nel 2019, il bene ha ottenuto un finanziamento da FAI e Intesa Sanpaolo per il restauro del Chiosco delle Rose, nel parco della villa, parte della narrazione di stampo romantico messa in atto a metà Ottocento per il marchese Ignazio Pallavicini dall’architetto e scenografo Canzio. È composto da una struttura a treillage in ferro battuto che fa da supporto al ramage delle rose e contiene un piccolo vano a dodici lati, a cielo aperto, nel quale i visitatori vengono ‘spruzzati’ da getti d’acqua. Un tempo la struttura era perimetrata da una parete composta da elementi a persiana in legno che erano quasi scomparsi: grazie all’intervento “I Luoghi del Cuore”, che verrà inaugurato venerdì 24 luglio, i visitatori del parco potranno nuovamente godere del chiosco e dei giochi al suo interno, riattivati per l’occasione.
In una buona posizione della classifica provvisoria anche il Convento di San Giacomo a Savona che, insieme alla chiesa, sorge sull’omonima collina e domina il centro e il porto della città. Eretto tra 1471 e 1476 dai Frati Francescani Minori Osservanti, il convento ha due chiostri con lunette affrescate dal pittore savonese Gio Agostino Ratti (1699–1755) sulla vita di San Francesco. L’abside esprime la predicazione per immagini attraverso un ciclo di affreschi di Ottavio Semino (1520 – 1604) e nelle cappelle della chiesa erano conservate opere dei più importanti pittori liguri e lombardi del tempo, ora nella Pinacoteca Civica di Savona o in musei stranieri, tra cui il Louvre. La biblioteca inoltre era una delle maggiori del nord Italia, con molti manoscritti preziosi. Nel 1812 la soppressione del convento, già mutilato negli spazi esterni per motivi militari, ne sancì la decadenza e venne destinato a svariati usi (opificio, reclusorio militare, caserma...). Nonostante la perdita di gran parte dell’apparato pittorico della chiesa, i volumi edilizi principali restano intatti e perfettamente leggibili e gli affreschi del Semino possono essere recuperati.
Molto votata Villa Pallavicini a Rivarolo, Genova, edificio settecentesco nel quartiere Rivarolo in Polcevera che ha vissuto molte trasformazioni architettoniche e di destinazione d’uso: da dimora gentilizia a sede amministrativa prima del Comune di Rivarolo e poi del Comune di Genova, in seguito all’annessione di Rivarolo alla Grande Genova. Ciò che è rimasto invariato è il significato simbolico e affettivo per le comunità locale, che vi riconosce le proprie radici e la propria storia. Sede di rappresentanza della famiglia Pallavicini, nelle sue stanze si svolsero fatti storici significativi; in epoca più recente vi furono allocati una scuola elementare e media, l’Associazione dei Carabinieri, i Vigili urbani, la Banda Musicale di Rivarolo, le scuole Vespertine e, in uno dei corpi laterali, la scuola per l’infanzia delle Suore Dorotee, unica attività ancor oggi operante. Affacciata sull’omonima piazza, la villa è ora in stato di abbandono. Riqualificarla è l’auspicio del comitato “Amici di Villa Pallavicini a Rivarolo”, attivo per restituire a nuova vita e a nuove funzioni un manufatto storico di così alto valore, il cui recupero potrebbe contribuire al rilancio della Valpolcevera.
E ancora, a Genova è attivo il comitato “Federazione per la tutela dell’acquedotto storico della Val Bisagno APS”, che sta raccogliendo voti per l’Oratorio di San Rocco sull’acquedotto storico, realizzato sul percorso dell’antico acquedotto della città al termine di un’aspra diatriba tra gli abitanti di Struppa e la Repubblica di Genova per la realizzazione del tracciato del nuovo acquedotto seicentesco: l’edificio, a pianta unica e rettangolare, ampliamento di un più piccola e antica cappella sempre dedicata a San Rocco fu infatti realizzato come atto di pacificazione con la Repubblica, che aveva espropriato numerosi terreni. L’oratorio oggi è completamente abbandonato, preda di incuria e vandalismo. Senza un intervento, nel prossimo futuro la struttura senza dubbio crollerà. La raccolta voti per il censimento FAI è un estremo tentativo di riportare all’attenzione delle istituzioni e della città questo bene in pericolo, bisognoso di cure e di interventi urgenti.
Tra i luoghi più segnalati anche il Tempio Valdese di Bordighera (IM), inaugurato nel 1904. Nel XIX secolo la città era frequentata essenzialmente da cittadini britannici, a cui si aggiunsero poi ospiti di altre nazionalità, fra cui i tedeschi. I primi fecero costruire la loro chiesa nel 1873, mentre i protestanti tedeschi dovettero attendere il 1900, quando Moritz von Bernus, commerciante e teologo di famiglia benestante, fece erigere il tempio, con l’intento di accogliervi i fedeli di ogni culto. Fu costruito dall'architetto Orge von Kaufmann, autore di altre tre cappelle simili in Italia, a Gardone, Nervi e Capri. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio fu danneggiato e furono necessari importanti lavori di recupero. Il tempio è utilizzato anche per concerti e conferenze organizzati dalla Chiesa Valdese locale ed è apprezzato per la sua acustica. A pianta rettangolare, è articolato all'interno in due navate di diverse dimensioni, coperte da un tetto con pendenza molto accentuata. Oggi il tempio, in buone condizioni di conservazione, è chiuso per lavori di restauro. Il comitato “Amici del Tempio Valdese Bordighera” si è costituito per valorizzarlo.