L'Associazione Prospezia ciassa Brin A.p.s. si defila da chi scredita e vuol far apparire la piazza e il quartiere un ghetto, non neghiamo le problematiche, ma vediamo che esistono anche in altre parti della città, dove non si demonizza come invece da noi - dice Andrea Canini - Vorremmo dare il nostro punto di vista".
Andrea Canini e Nadia Zaborra proseguono a nome dell'Associazione: "Piazza Brin e il Quartiere Umbertino: ecco un crogiolo di persone e tradizioni, un luogo dove eleganti architetture liberty si fondono con l’edilizia popolare ottocentesca.
Un luogo identificato spesso, troppo spesso, a degrado e disordini. Certo, come in ogni area di ogni città del mondo nella quale convivano diversi gruppi sociali ed etnici, il quartiere vive anche qualche equilibrio precario, soprattutto in questo ultimo periodo. Ma la nostra Piazza è anche e soprattutto coesione sociale, solidarietà, multietnicità. La nostra Piazza è viva".
"Viva: anche grazie alle feste popolari che abbiamo organizzato a luglio, settembre, ottobre, novembre, dicembre, all’albero di Natale addobbato con la partecipazione di tutto il quartiere, alla casetta di Babbo Natale, al Presepe ed alla Befana, agli eventi di Carnevale, arricchiti dei colori di ogni cultura che vive nella Piazza.
La nostra Parrocchia supporta (e sopporta) le nostre iniziative e spesso collabora".
"La nostra Piazza è sociale - spiegano Canini e Zaborra - Prospezia Ciassa Brin ha organizzato un punto di ascolto per tutti i cittadini, le cui segnalazioni vengono girate agli uffici di competenza.
Nel periodo più critico della pandemia, l'associazione e gli abitanti dell’Umbertino hanno confezionato e donato un centinaio di mascherine a chiunque ne avesse bisogno, raccolto e devoluto 300 euro alla ASL 5 della Spezia per l'ospedale".
"La nostra Piazza è multietnica.
Noi collaboriamo in armonia con la Comunità dominicana: questa amicizia è stata premiata dalla loro Ambasciatrice e riconosciuta da una targa donataci dal Console della Repubblica domenicana. Qui le cose si fanno insieme, senza distinzione di ceto, provenienza o colore.
Se questo è essere un quartiere ostaggio", concludono i rappresentanti dell'Associazione.