Un passo avanti, tre indietro. Non è una citazione – che sarebbe, peraltro, errata di un rivoluzionario russo del secolo scorso – ma la constatazione dei rapporti con aziende che rispondono alla Regione Liguria quando si tratta di selezionare giornalisti cui affidare l’informazione di aziende pubbliche. Come Ordine dei Giornalisti e Associazione ligure dei giornalisti avevamo valutato, e continuiamo a valutare, positivamente il metodo e il merito dell’intesa raggiunta con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha prodotto un percorso concorsuale condiviso per dotare la giunta regionale di un ufficio stampa stabile non più formato da colleghi precari a tempo determinato.
Ci pareva fossero stato colte dagli interlocutori istituzionali tanto le esigenze di trasparenza dell’iter e delle procedure, quanto del valore del lavoro del giornalista pubblico per il quale la stabilità del rapporto di lavoro diventa patrimonio professionale per la stessa amministrazione e, indirettamente, per la comunità di cittadini cui quel lavoro è rivolto.
Ora leggiamo invece di un bando di selezione promosso dalla Asl 5, quella della Spezzino, che spolvera la figura di un giornalista a tassametro assunto per un anno, con un contratto Co.li.pro. che ha il sapore di un precariato virale. Ma non basta. La gestione commissariale si supera prospettando di selezionare il giornalista da assumere per un anno vagliando titoli stellari ma poi assegnando ad un colloquio il 50% del punteggio ai fini dell’assunzione. E di fronte a chi il candidato dovrà sostenere il colloquio? Ad una commissione, magari con la presenza di un giornalista designato dall’Ordine? Macché, di fronte ad un “giudice monocratico”, la stessa commissaria che si presenterà dietro un tavolo con un funzionario che avrà solo funzione di verbalizzare.
Non ci siamo, non ci stiamo.
Associazione Ligure dei Giornalisti
Ordine dei giornalisti della Liguria