Domani, 25 aprile, ricorre il 75° Anniversario della Liberazione dell'Italia dal giogo nazifascista. La 'cattività' cui ci costringe il coronavirus impedirà certamente ogni manifestazione pubblica e popolare che potesse ricordare degnamente quello storico evento e rende inevitabilmente 'essenziale' anche la lodevole iniziativa simbolica preannunciata da alcuni sindaci (Ponzanelli, Silvestri e qualche altro).
Noi, un gruppo di avvocati antifascisti di Sarzana e della Val di Magra, al chiuso delle nostre case o rintanati nei nostri studi, abbiamo pensato in particolare alle centinaia di avvocati che, avendo partecipato attivamente alla Resistenza, hanno sofferto ben altre privazioni: la latitanza, la persecuzione, il carcere, il confino, l'esilio...
Nel 2014 il Consiglio Nazionale Forense organizzò un convegno dal titolo "Gli avvocati nella Resistenza" da cui emerse che gli avvocati che presero parte attiva alla Lotta di Liberazione furono oltre duecento, di cui molti con responsabilità di comando e moltissimi uccisi in combattimento, giustiziati, incarcerati, deportati o morti in campo di concentramento.
Noi, da avvocati, vogliamo oggi rendere un particolare omaggio al loro coraggio e alla loro coerenza.
L'esercizio della professione forense porta connaturata in sé una certa inclinazione o sensibilità per l'idea e la pratica della libertà. Non a caso si dice - appropriatamente - che l'avvocatura è una "professione liberale".
Dinanzi all'autoritarismo e al totalitarismo del regime fascista la classe forense seppe allora - in molti suoi uomini - tenere una condotta ispirata ai principi di libertà, radicati nello stesso 'ethos' professionale dell'avvocato.
Ed essi concorsero eroicamente al ripristino della legalità calpestata, irrisa e vilipesa dal regime fascista.
È forse pensando anche al sacrificio di tanti suoi colleghi che fu un avvocato, Enrico De Nicola, eletto Capo provvisorio dello Stato, che nel suo primo discorso all'Assemblea Costituente disse: "All'opera immane di ricostruzione politica e sociale dovranno concorrere, con spirito di disciplina e di abnegazione, tutte le energie vive della Nazione".
Noi vogliamo in particolare rivolgere oggi un deferente pensiero a Pietro Arnaldo Terzi, avvocato sarzanese, Sindaco della città nel luglio del 1921 quando i Sarzanesi si opposero in armi alla tracotanza delle squadracce fasciste, deportato per ritorsione nel 1944 a Mauthausen e poi nel castello di Hartheim, destinato alla soppressione di malati psichiatrici e oppositori politici, dove morì nel novembre del 1944.
Il suo fulgido esempio di coerenza, di coraggio, di spirito di sacrificio e di amore per i valori di libertà, uguaglianza e solidarietà deve rappresentare ancora oggi un modello per tutti, senza tentennamenti, zone d'ombra o opportunistici distinguo.
Emilia Amato, Sabina Ambrogetti, Marina Battistini, Marina Biso, Roberto Bottiglioni, Paolo Bufano, Daniele Castagna, Francesca Castagna, Andrea Forcieri, Carlotta Furter, Umberto Galazzo, Maurizio Giannarelli, Chiara Micheletti, Paolo Mione, Uberto Miserendino, Alessandro Pontremoli, Alessandro Silvestri, Alberto Spadoni.