"Ho 40 anni, ho due genitori da tempo malati. Mio padre di 84 anni e mia madre di 80, entrambi con un sacco di problemi di salute.
Li gestisco, faccio il possibile. Intorno alle 19 mio padre che da diversi giorni non si regge più nemmeno in piedi cade, subito dopo gli misuro la febbre; è un po’ alta. Mi consulto col medico di base, chiamo il 112, arrivano i volontari della Croce Rossa Italiana. Si va in ospedale.
Attesa, giusto, ma il nodo alla gola che mi assale è pensare alle tante urgenze che possono capitare e che già prima ti lasciavano in difficoltà, ma ora c’è un’emergenza e tutto il resto passa in secondo piano.
La sanità pubblica è fatta spesso di ottime persone ma in questo momento non ci viene garantita; non che prima lo fosse. Colpa anche di chi per superficialità ed ignoranza adottando comportamenti stupidi mette a rischio gli altri permettendo al virus di aumentare il numero dei contagi.
Al pronto soccorso o comunque in generale c’è un sacco di gente che ha problemi di salute già difficili da combattere in tempi normali. Comunque ora sono fuori dal pronto soccorso (la lettera ci è arrivata nella tarda serata di ieri, ndr), non so cos’abbia mio padre, se sia positivo o stia male per le sue patologie, ma in un paese civile ci sono troppe situazioni in cui i familiari devono cavarsela da soli ed occuparsi dei loro genitori o figli che stanno male senza ricevere un aiuto adeguato.
Scusate lo sfogo, ma c’è una larga fetta di popolazione che con uno stipendio mediocre non può permettersi badanti e cure private.
Sembra che tutti i problemi siano ancora più evidenti in questo momento e al momento posso solo pregare affinché qualcosa o qualcuno ci aiuti e che passata l’emergenza sia data la giusta importanza alla sanità pubblica che tanto ne ha bisogno. Ne potremmo avere bisogno tutti. Un saluto".
Lettera firmata