Di Lamberto Colla - A reti unificate e in mondo visione il nostro premier, in rigoroso maglioncino sportivo (in perfetto stile Salvini, così tanto deriso) e in diretta dal Bunker della Protezione Civile, invitava a lavarsi le mani e intanto circoscriveva delle zone rosse, per di più blindate dalle forze dell'ordine, in perfetto stile cinese.
In tutta risposta il mondo ci osservava come marziani trovando serviti su un piatto d'argento un bel capro espiatorio. In men che non si dica l'economia italiana, a partire dal turismo, si è blocca e tutti paesi, a partire dai soliti splendidi alleati, si sono sentiti autorizzati a indicarci come untori in tricolore.
In Germania, invece quatti quatti, prima dicono di essere assaliti da una forte influenza stagionale (130 morti in pochi giorni) e poi comunicano alle famiglie di cominciare a fare la spesa per riempire le dispense per ameno 15 giorni. Niente sensazionalismi, solo una informativa casa per casa. Nessun assalto ai supermercati anche se ormai sono vuoti per i traffici gommati praticamente interrotti, soprattutto dagli stabilimenti italiani, da dove non riescono a rifornire sufficientemente le grandi catene tedesche.
Ormai anche in Germania si scoperchierà il bluff e allora leggeremo dei numeri ben diversi, ma intanto gli occhi sono e resteranno puntati solo sull'Italia per il godimento dei Francesi (Canal+ ha già manifestato tutto il suo apprezzamento) che tenteranno di scavalcarci nella classifica manifatturiera, i quali di tamponi ne hanno fatti ben pochi (la scorsa settimana ne avevano fatti tanti quanti noi ne avevamo fatti nella sola Piacenza). Per inciso, è proprio di oggi la notizia, pare che il primo focolaio europeo di coronavirus sia da attribuire alla Germania e risalente al 24 gennaio quando un manager 33enne entrò in contatto con una collega di Shanghai durante un meeting aziendale a Monaco di Baviera!
Intanto godiamoci a lettura del vademecum tedesco, la certificazione che il "virus" è anche nel paese degli austeri germanici, capaci di fare gruppo e di schierarsi sempre dalla parte della loro nazione.
Invece noi, qui giù al sud dell'Europa, siamo incapaci di sbandierare le nostre qualità, soggiogati dal tafazzismo siamo eccellenti nello sbandierare con foga e orgoglio, solo e esclusivamente i difetti.