Continuano ad emergere aspetti sempre più inquietanti relativamente alla presenza di amianto in Arsenale. Dopo un anno dalla richiesta dei Murati vivi, votata all'unanimità dal consiglio comunale, emerse già un quadro impressionante, dove il rischio dato dalla presenza del materiale cancerogeno quota circa 10mila metri quadri di capannoni con presenza di eterni.
Questa è la volta del sindacato dei militari, con le parole di Luca Marco Comellini, il quale porta a conoscenza una situazione ancora ben peggiore da ciò che ad oggi si è paventato, con una probabile presenza di amianto che arriva a coprire 104mila metri, tra pavimenti, tubazioni e lastre.
Nonostante l'evidente gravità per la salute pubblica, l'amministrazione Peracchini non ha mosso un dito per rendere trasparente, come dalla mozione votata da tutti i consiglieri comunali, un procedimento di partecipazione e di coinvolgimento per traguardare il processo di bonifica. D'altronde la commissione Ambiente, seppur dato l'impegno del presidente Tarabugi e del dispositivo approvato, non viene convocata da tempi immemori.
Ad oggi sarebbe troppo chiedere che Tarabugi e il sindaco portino a compimento gli impegni assunti, il primo come garante di un percorso che ad oggi è arenato nel nulla, il secondo come massima autorità sanitaria della città, il cui silenzio assordante su questa vicenda è sconcertante.
Ad oggi sarebbe troppo fare fronte agli impegni assunti, chiarendo con la cittadinanza e con la Marina, con chiarezza e nessuna reticenza, quale sia l'entità della fibra killer di presente in Arsenale, di fronte alle nostre case, quali siano gli stanziamenti dedicati a tali aree dalla Marina e quali siano i tempi di rimozione.