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Enel, a Civitavecchia stop del ministero sulla Via: potrebbe accadere anche a Spezia In evidenza

di Gabriele Cocchi – No alla richiesta di esenzione dalla Valutazione di impatto ambientale, che l’azienda ha presentato anche per la conversione della centrale spezzina.

Niente da fare per Enel a Civitavecchia, dove la richiesta dell’azienda di bypassare la Valutazione di impatto ambientale per la riconversione a gas della centrale è stata bocciata dal ministero dell’Ambiente.

Lo schema potrebbe riproporsi anche alla Spezia, visto che per il progetto che riguarda il sito di Vallegrande è in corso la stessa procedura di verifica assoggettabilità a Via che a Civitavecchia si è conclusa con lo stop del ministero.

Anche per la conversione a gas della centrale “Eugenio Montale”, infatti, Enel ha chiesto l'esenzione dalla Valutazione di impatto ambientale, dato che il passaggio dal carbone al gas produrrà un miglioramento dell’impatto ambientale del sito: l’istruttoria tecnica in merito risulta ancora in corso al ministero dell’Ambiente.

Nel caso della centrale di Civitavecchia, però, il giudizio del ministero è stato negativo, e la stessa risposta, data la corrispondenza tra i due casi, potrebbe arrivare anche per il progetto spezzino.

“Sebbene gli interventi di sostituzione proposti consentano una condivisibile riduzione degli impatti ambientali rispetto all’attuale configurazione impiantistica – ha scritto il ministero dell’Ambiente sul progetto di conversione a gas della centrale di Civitavecchia – al fine di una puntuale valutazione delle alternative ed in particolare per la definizione di un adeguato quadro prescrittivo, è necessaria una puntuale analisi da eseguirsi nell’ambito di una procedura di Valutazione di impatto ambientale”.

E ora? Al contrario di quanto richiesto, il progetto di Enel dovrà passare forzatamente dal procedimento di Via, con un inevitabile aumento dei tempi autorizzativi.

Sulla richiesta di esenzione dalla Via, presentata da Enel anche per la conversione a gas della centrale spezzina, si erano già levate le critiche del giurista ambientale Marco Grondacci: “Visto che la nuova unità a gas supererà ampiamente i 300 MW, a mio parere la procedura doveva essere subito sottoposta a Via ordinaria, anche se la norma in questo caso è ambigua – aveva fatto notare Grondacci – Enel avrebbe dovuto partire direttamente così: non è una questione secondaria, con la Via ordinaria ci sono parametri ambientali più stringenti. La verifica di assoggettabilità è un segnale preoccupante”.

Per quanto riguarda il processo di graduale dismissione delle centrali a carbone avviato da Enel, che interessa anche la centrale della Spezia, dovrebbero riprendere i tavoli al ministero dello Sviluppo economico (Mise), come annunciato a dicembre dalla sottosegretaria Alessandra Todde. Proprio il Mise, in base alle esigenze della rete energetica nazionale, avrà infatti l’ultima parola sulla (pluri)annunciata chiusura del gruppo a carbone spezzino entro il 2021.

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