"Un accordo di programma "dimezzato", solo volto a far cassa e senza nessuna garanzia per l'attuazione della parte di interesse pubblico del Masterplan, ovvero quel poco di valorizzazione culturale dell'isola e delle sue fortificazioni.
Al di là del battage mediatico attivato da Toti e Cozzani, sono infatti solo 13 gli immobili che dovrebbero passare in questa fase dalla Marina al Comune, tra cui quelli più appetibili dal punto di vista immobiliare. Partiamo quindi dalla vendita dei gioielli di famiglia, assecondiamo gli interessi di pochi facoltosi investitori... e poi si vedrà.
Siamo quindi a darvi atto della decisione assunta stamani dal Consiglio Comunale di Portovenere, che segna un passaggio importante del futuro destino della Palmaria.
Constatiamo con amarezza come l'accordo di programma sui beni immobili dell'isola sia stato posto in decisione a giochi ormai fatti, quando tutto era già stato stabilito in separata e ignota sede e di come tale condizione abbia di fatto costretto le importanti questioni sollevate dalla minoranza ad essere trattate in un paio d'ore, nel contraddittorio serrato e contingentato del Consiglio Comunale.
Dopo quasi 4 anni dall'avvio del percorso, infatti, solo oggi è stata data la possibilità di instaurare un contraddittorio sui contenuti concreti dell'accordo e solo oggi la minoranza ha avuto la possibilità di esprimere le proprie motivate argomentazioni sulla propria contrarietà alle condizioni imposte dall'accordo. Finalmente oggi la minoranza è riuscita a sollevare quelle questioni da noi e da più parti sottolineate in questi mesi, questioni che finora sono state completamente estromesse da qualsiasi tipo di discussione e contraddittorio.
Purtroppo anche il Consiglio Comunale di stamani ha dimostrato come la discussione non possa considerarsi soddisfacente, completa ed esauriente in quanto gli interrogativi sul reale futuro dell'isola rimangono ancora senza risposta.
Come da noi sostenuto a gran voce negli ultimi mesi e come opportunamente sottolineato dai consiglieri di minoranza, la pericolosità dell'accordo approvato questa mattina risiede nella totale mancanza di una visione unitaria del futuro dell'isola, dal punto di vista sociale, culturale ed ambientale. In estrema sintesi, l'unico dato che realmente emerge da quest'accordo è che si stanno, letteralmente, vendendo i "gioielli di famiglia", senza però avere alcuna contezza né del loro utilizzo futuro (ridotto alla generica formula "funzione turistico-ricettiva") e con la perdita pressoché totale del controllo sulla ricaduta sociale e di pubblico beneficio per la nostra comunità.
Come espressamente sottolineato dal Sindaco, a domanda sollevata dalla minoranza, mentre il passaggio dei beni senza vincolo culturale avverrà solo a fronte di specifico atto dell'Agenzia del Demanio (non essendo dunque naturale e immediata conseguenza dell'accordo), il passaggio definitivo al Comune dei beni sottoposti a vincolo culturale (come, ad esempio, i vari forti presenti sull'isola) dovrà ancora sottostare alla positiva conclusione delle procedure previste dalla legge, che prevedono il coinvolgimento e l'ottenimento del "nulla osta" anche da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. A fronte, dunque, di una (ritenuta) sicura acquisizione dei beni non vincolati, e dunque vendibili, è nostro dovere registrare come l'acquisizione dei beni culturali sia, al momento, un traguardo del tutto eventuale e non ancora raggiunto.
Questa circostanza alimenta in noi la paura che tutto questo percorso abbia come unico e immediato effetto quello della vendita dei "gioielli di famiglia", senza una reale volontà di creare sull'isola un progetto sorretto da una visione unitaria e ispirato a valori ulteriori rispetto alla valorizzazione meramente economica, che appare ormai in modo lampante come solo ed unico obiettivo dell'intera procedura.
Registriamo con stupore quanto riportato dal Sindaco in ordine all'insussistenza del vincolo di interesse culturale sui beni che verranno venduti dal Comune, essendo tra questi ricompresa, ad esempio, l'ex casermetta, edificio di pertinenza della Torre Umberto I e facente parte del relativo sistema difensivo. Sarà nostra cura approfondire ogni dettaglio della questione, in quanto la documentazione a nostra disposizione lascia ancora aperti molti dubbi.
Nonostante l'amarezza, anche oggi non mancano le notizie positive: anche altre associazioni giovanili, come Spezia Dinamika e Volt La Spezia, si stanno avvicinando a questo movimento e alle sue azioni, dandoci la speranza che sia possibile creare un'unica e forte rete che sia in grado di far sentire le istanze del territorio e di dargli un reale peso nel contraddittorio con le istituzioni.
Ci teniamo a ringraziare i consiglieri di minoranza per il riconoscimento che è stato espresso oggi nei confronti dell'impegno e della dedizione mostrata dal Movimento Palmaria Sì Masterplan No: è un piccolo passo che ci dimostra come, insieme, si possa far sentire la propria voce. Noi non ci arrendiamo. E voi?".
Movimento Palmaria Sì Masterplan No