La Compagnia della Guardia di Finanza di Sarzana, nell’ambito dei frequenti controlli sulla regolarità delle attività commerciali, ha posto l’attenzione sul settore degli antiquari, che, come noto, trova in Sarzana un centro di rilievo nazionale.
Nel corso di questi controlli, i finanzieri si sono imbattuti in un locale sito nel centro della cittadina, apparentemente anonimo, ma dove, in realtà, veniva svolta una vera e propria attività di commercio di articoli di antiquariato e di interesse storico/artistico.
Nel fondo, erano esposti centinaia di oggetti di valore, quali, ad esempio, quadri, statue, colonne in marmo, lampadari, suppellettili di vario genere: tra tutti, spiccavano una statua raffigurante un cavallino in bronzo risalente ai primi anni del 1900 del valore, al cliente finale, di 3500 euro, una tempera firmata dal pittore Michelangelo Maestri, del 1800, del valore di 4000 euro e una lucerna in bronzo su un blocco di marmo rosso della fine del 1700, del valore di 1300 euro.
Al termine degli approfondimenti di carattere fiscale, il responsabile risultava sprovvisto di qualsiasi titolo autorizzatorio al commercio, nonché di Partita IVA attiva e, pertanto, impossibilitato al rilascio di documento fiscale certificante la cessione di beni.
Oltre alle contestazioni di tipo amministrativo, l’antiquario veniva inoltre segnalato alla Procura della Repubblica della Spezia per aver omesso di annotare gli oggetti preziosi rinvenuti nel fondo commerciale sull’apposito “registro di antichità e preziosi usati”, adempimento previsto dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza finalizzato a favorire la tracciabilità delle transazioni di tali beni, così da prevenire condotte illecite nell’ambito del relativo mercato, oggetto di continue attenzioni da parte dei ricettatori che tentano di reimmettere beni preziosi rubati nel ciclo legale dell’economia.