Una vertenza che coinvolge a livello nazionale ben 16mila persone: “I numeri presentati dal Ministero della Pubblica Istruzione non sono 16mila ma 11mila 500 circa con un esubero di quasi 5mila unità, a livello locale l’esubero riguarda 13 persone – ha affermato Luca Comiti (Cgil) – Stiamo chiedendo da mesi, vista la decisione positiva di inserire all’interno di un percorso di stabilizzazione questi lavoratori, un tavolo alla Presidenza del Consiglio per sanare i dettagli che comportano questi esuberi. Il termine era il 1 gennaio 2020 per l’internalizzazione, oggi è il 20 novembre e ancora non c’è il decreto pubblicato, questo è un problema”.
La vicenda tocca, oltre agli appalti storici, anche gli ex LSU (lavoratori socialmente utili). Una situazione che comporta non poche preoccupazioni, come ha ricordato Mirko Talamone (Cisl): “La situazione rischia di ripercuotersi a livello sociale. Chiediamo con forza un tavolo alla Presidenza del Consiglio, non solo per stabilizzare 11mila 500 unità ma anche per trovare una soluzione per le 5mila persone in esubero. C’è un problema legato alle assunzioni nella pubblica amministrazione, le assunzioni avverrebbero con contratti part-time per il 50%, unica modalità di assunzione minima per quel che riguarda il contratto della pubblica amministrazione”.
Ma i problemi non riguardano solo le modalità, ma anche le tempistiche: “Il personale dovrebbe essere inserito all’inizio dell’anno scolastico non a metà percorso – ha ribadito Mirko Talamone - Siamo preoccupati anche da un ricorso fatto dall’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) questa estate per richiedere di assumere anche il personale Ata che al momento è in graduatoria e che ha almeno fatto 36 mesi di operatività, questo complicherebbe ulteriormente la situazione mettendo lavoratori contro lavoratori. Ci auguriamo che queste iniziative portino ad un confronto serio con la pubblica amministrazione e il Ministero”.
“Condividiamo il principio dell’internalizzazione - ha sottolineato Marco Furletti (Uil) – Lo spirito con cui è nato il decreto è sicuramente un passo in avanti, ma ci sono differenze sui numeri, sul territorio nazionale ballano circa 4700 posti di lavoro. Il decreto è stato firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 29 ottobre, ma i tempi di conversione in legge sono 60 giorni e dovrebbe andare in aula intorno al 25 novembre, quindi il 1 gennaio del 2020 è una data difficile, è illogico che a metà anno scolastico si vada a cambiare radicalmente il modus operandi, sono operazioni da fare ad inizio anno scolastico. Questo processo è figlio di una norma approvata lo scorso anno all’interno della legge di stabilità relativa al 2019”.
Le lavoratrici del settore pulizie presenti al presidio di questa mattina sperano che il bando esca al più presto possibile, con la forte preoccupazione per quei 13 esuberi: “Nella sfortuna siamo state fortunate, in altre parti d’Italia la situazione è ancora più critica. Ci sono anche persone che hanno 65 anni e sarebbero vicine alla pensione, ci vorrebbe un accompagnamento. Noi abbiamo una nostra graduatoria e parliamo di posti accantonati dal 1999. Dal 2014 fino ad oggi abbiamo fatto manutenzione, partendo con la tinteggiatura dei muri e non ci siamo arrese, ci siamo adattate a qualsiasi cosa, adesso dobbiamo essere penalizzate?”.