La prima uscita pubblica di Italia Viva a Spezia punta sulle donne e con l'onorevole Lucia Annibali riempie la sala dell'Urban Center.
Lucia Annibali, lo ricordiamo, è una avvocatessa pesarese che nell'aprile del 2013 viene sfigurata al voto con l'acido da da due uomini mandati dal suo ex fidanzato; eletta alla Camera dei deputati nel 2018 nelle file del PD è ora passata a Italia Viva.
Un dibattito coordinato da Federica Pecunia proprio sul tema del femminicidio a meno di dieci giorni dal 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
L'intervento della Annibali, seguito dal pubblico in rigoroso silenzio e terminato con un fragoroso applauso, ha voluto porre l'attenzione su alcuni aspetti: "Il tema della violenza sulle donne deve ancora diventare centrale nel dibattito pubblico e nella politica e soprattutto deve essere affrontato non in maniera superficiale, con slogan solo comunicativi ma in maniera più approfondita dando un taglio di maggiore qualità".
Ampio spazio viene dato alla nuova legge cosiddetta del "codice rosso" che viene in parte criticata dalla Annibali. A suo dire infatti non è vicina alle donne che hanno subito violenza per alcuni aspetti che addirittura le espongono ad eccessive forzature che non tengono conto del loro status di vittima vulnerabile.
Ha suscitato particolare ammirazione e stupore tra il pubblico la sua posizione, già sostenuta in varie interviste, relativamente all'introduzione del nuovo reato denominato "omicidio di identità" che punisce fino a 14 anni chi sfregia con l'acido.
"Non sono mai stata d'accordo - spiega la Annibali - e inoltre non penso che una persona deformata in volto perda l'identità. Non è giusto, non è così. L'identità è fatta anche dal percorso che si compie per ricostruirla. E poi, sul piano della tecnica normativa, sembra si dica che alcuni tipi di lesioni sono più importanti di altri che magari hanno una eco mediatica inferiore e dunque vengono considerati meno rilevanti. Io non avrei introdotto un altro reato, piuttosto avrei agito sulle aggravanti. E poi, ripeto, non sono d'accordo perché si crea una sorta di discriminazione".
Molto critica verso alcuni aspetti della nuova legge sul femminicidio è anche la dottoressa Diana Brusacà, correlatrice del dibattito odierno. "Ogni giorno alla procura della Spezia arrivano in media 7 denunce", sostiene la Giudice del Tribunale della Spezia per spiegare le difficoltà logistiche di sovraccarico che rischiano di impantanare l'iter procedurale giudiziario.
Seguono gli interventi dell'avvocato Antonella Franciosi, ex presidente Arci, e di Alberto Battilani, sindaco di Bolano e unico uomo al tavolo.
In una sala con solo posti in piedi erano presenti oltre all'ex segretaria provinciale del PD Federica Pecunia, che ha moderato e coordinato l'evento, anche Raffaella Paita, Gianluca Tinfena, Alessio Cavarra, Beatrice Casini e Juri Michelucci.