"Il Comitato No Biodigestore Saliceti risponde in merito alle ultime dichiarazioni dell'Assessore Regionale all'Ambiente Giacomo Giampedrone.
L' assessore Giampedrone definisce necessità quelle che in realtà sono scelte precise. L'ipotesi di fare una discarica di servizio alla Spezia viene usata dall'assessore come spauracchio per non valutare reali alternative di impianti per lo smaltimento della FORSU tentando, con questo ricatto, di svalutare l'opzione zero.
Il biodigestore anaerobico non c'entra nulla con la discarica di servizio perché il rifiuto organico, per legge, non finisce in discarica. Inoltre Saliceti svolge già la sua parte nel ciclo dei rifiuti ospitando un impianto TMB che tratta 110mila tonnellate di rifiuti indifferenziati l'anno provenienti sia da Genova, sia dal Tigullio. Genova non ha un impianto TMB e La Spezia non ha una discarica di servizio.
L'Inchiesta Pubblica indetta dalla Giunta Regionale non solo si è inserita in un procedimento illegittimo, ma ha avuto come oggetto il solo progetto su Saliceti. L'unico progetto in gioco continua ad essere solo quello su Saliceti.
Come ormai noto alla comunità santostefanese e vezzanese la società Re.Cos del gruppo Iren continua a portarsi avanti nelle trattative di acquisizione delle proprietà. Sembra che la decisione di prendere tempo sia solo il pretesto per dare alla politica la possibilità di giocare con più serenità le proprie carte in previsione delle prossime elezioni regionali.
Nessuno può escludere del tutto l'imprevisto e il rischio di contaminazione della falda acquifere. Per il principio di precauzione già solo questo dovrebbe bastare a valutare il rigetto immediato della procedura autorizzativa in corso e la revisione del Piano dei Rifiuti.
In gioco non ci sono solo la qualità della vita dei cittadini di Santo Stefano Magra e Vezzano Ligure, ma anche l'approvvigionamento di acqua potabile per 150mila persone tra La Spezia e la Val di Magra".
Comitato No Biodigestore Saliceti