"Che le ultime ondate di caldo eccezionale possano aver offuscato qualche mente genovese? Solo così si spiega la notizia – di fonte sempre e solo giornalistica – secondo la quale, per i pazienti della nostra Provincia, gli interventi di chirurgia complessa potrebbero essere effettuati a Genova e non più nel nostro ospedale S. Andrea.
Cosa volete che interessi ad A.Li.Sa. e al suo commissario Valter Locatelli se molti spezzini sarebbero costretti a spostarsi a Genova (con relativo incomodo anche per i parenti); l’importante è garantire la tenuta dei bilanci e non far perdere voti nel capoluogo ligure.
Perché se il caldo non avesse offuscato le menti, ammesso e non concesso che i chirurghi genovesi siano a girarsi i pollici al S. Martino e al Galliera, certamente si poteva pensare di spostarli presso il nostro ospedale, aumentando i giorni (anche festivi) e gli orari (anche serali) di funzionamento delle sale operatorie.
Ma si sa, le decisioni del dr. Locatelli sono prese sulle carte, senza tener conto della pelle dei cittadini e con un piglio decisionista che farebbe onore ad un condottiero (... sconfitto, perché finora non ha risolto nessuno dei problemi che affliggono la nostra ASL... ).
Peccato però che la soluzione sia peggiore del male. Per evitare le fughe (e i 52 milioni di euro che queste ci costano) invece di incrementare personale e posti letto, si preferisce far “migrare” i pazienti.
Senza contare che, per ragioni logistiche (e cioè la maggior vicinanza alla Toscana), molti pazienti preferiranno l’opzione Massa o Pisa, rispetto a Genova (non foss’altro che per i costi di spostamento), aumentando ancor più il fenomeno (e i costi) delle fughe.
Non da ultimo, avremmo lo smantellamento di una chirurgia che, in questi anni, ha svolto un lavoro egregio, nonostante la vetustà delle strutture e una dequalificazione del personale a favore delle “prevedibili” scelte di affidare il servizio ai privati.
La presunta motivazione, che starebbe a base di tale scellerata scelta, dimostra ancora una volta che il territorio genovese ha personale in sovrappiù rispetto al nostro. E allora perché non fare un bel bando di mobilità e spostare i chirurghi a Spezia?
È ora che i Sindaci e l’Ordine dei Medici prendano posizione, a tutela, da un lato, dei cittadini e, dall’altro, dei professionisti. Basta con i toni dimessi o con il seguire una promessa (mai mantenuta dalla Regione) di un dialogo. È ora di alzare i toni e non di abbassarli!
Per conto nostro, nei prossimi giorni valuteremo le azioni civiche di protesta, non esclusa quella di un’occupazione simbolica dei reparti chirurgici spezzini".
Manifesto per la sanità locale