“È una cosa della quale vorrei parlare il meno possibile, ma trovo sia allucinante”. Così il cantautore Francesco Motta commenta la polemica sollevata dalla sua esibizione in piazza Europa, un mese fa, per l’apertura della rassegna estiva “SPIN”.
L’artista è tornato a commentare l’episodio in un’intervista alla cronaca di Torino della Repubblica, in occasione della sua performance a Collegno, in programma stasera.
Durante il concerto di sabato 15 giugno alla Spezia, Motta aveva preso le distanze dal sindaco Pierluigi Peracchini e dalla giunta di centrodestra, scatenando aspre critiche nei suoi confronti: “Mi dissocio non solo dal sindaco, ma da tutta quella gente che deve crescere e girare il mondo”, aveva detto il cantautore dal palco.
Risultato: una buona dose di nervosismo per Peracchini, che se n’era andato stizzito da piazza Europa e aveva bollato le parole del cantante come “ricolme di pregiudizi gratuiti” e “da maleducati”.
Il Comune, in più, ha preso carta e penna e scritto una dura lettera all’agenzia che cura gli eventi di Motta, ricordando quanto stabilito dal contratto d’ingaggio: secondo palazzo civico le parole del cantautore avrebbero “inficiato la corretta esecuzione” della prestazione artistica, “puntualmente invece oggetto di corrispettivo”.
Oggi Motta torna sulla vicenda nell’intervista a Repubblica: “Purtroppo o per fortuna, non è che io canti e basta: chi sta su un palco ha il diritto e il dovere di dire come la pensa, anche al di là della musica, a costo di essere ridondante. Io lo faccio per evitare incomprensioni a proposito di come sono venute fuori le canzoni: non mi pare ci sia nulla di male a dissociarsi dal razzismo e dall’omofobia, per quanto trovi assurdo dover parlare ancora di queste cose nel 2019. Al contrario della gente volgare che esprime concetti solo alzando la voce – conclude il cantante – noi dobbiamo essere più sintetici, intelligenti ed educati. Non voglio fare lo sbandieratore di sinistra, non è davvero il mio ruolo: voglio solo dire quello che penso”.