Dall’asparago violetto alla zucchina trombetta di Albenga, dall’aglio di Vessalico al Chinotto di Savona, dal basilico genovese DOP alla Patata di Pignone: sono solo alcuni esempi dei prodotti della biodiversità agricola ligure, salvaguardati e valorizzati grazie al lavoro degli imprenditori locali.
È quanto commenta Coldiretti Liguria, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, su base dati dell’Unione Europea, dai quali emerge che quasi la metà della superficie agricola ligure corrisponde a zone ad elevato valore naturalistico, ossia a aree che offrono ricovero ad una diversità biologica importante e dove, grazie a coltivatori e allevatori custodi, si impedisce l’estinzione delle produzioni tipiche presenti. A livello italiano nell’ultimo secolo sono scomparsi dalla tavola tre varietà di frutta su quattro, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati.
In Liguria le produzioni locali spaziano dal famosissimo basilico genovese DOP, all’asparago violetto, riconoscibile dal colore viola intenso, alla zucchina trombetta, a forma ricurva, dal fagiolo bianco, prodotto nell’estremo ponente ligure, al Chinotto dal quale si ottiene l’omonima bevanda, fino ad arrivare alla patata di Pignone dove a far la differenza in questo caso sono le sostanze nutritive del terreno in cui cresce che la rendono una patata molto resistente alla cottura. Ma non solo: anche gli allevamenti contano razze autoctone, resistenti ma purtroppo a rischio d’estinzione, quali la Cabannina, la pecora Brigasca e il Cavallo Bardigiano.
“La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole locali: investire sulla distintività è una condizione necessaria per le nostre imprese, per la maggior parte medio piccole, che puntano su prodotti di qualità, conosciuti ormai a livello mondiale, per affrontare il mercato. Ma a rendere possibile la sopravvivenza di questi prodotti sono soprattutto gli imprenditori agricoli dei nostri territori che con il loro lavoro portano avanti la tradizione, difendono e mantengono vivo il territorio, e sostengono l’economia della nostra regione.
Un’azione di recupero importante della biodiversità – concludono Boeri e Rivarossa - si deve, a livello locale e nazionale, ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Un’azione formalizzata con i prodotti presenti nell’elenco dei “Sigilli” di Campagna Amica che sono la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia.”