A livello nazionale si è perso il 28% di campagne in una sola generazione.
Cementificazione, tombamento dei fiumi, cambiamenti climatici repentini: nel 98% dei 235 Comuni liguri si registrano aree caratterizzate da elevata pericolosità di frane e media pericolosità idraulica, per un totale di circa centomila persone che vivono in zone a rischio alluvioni.
È quanto afferma Coldiretti Liguria, su base dati Ispra 2017, mostrando preoccupazione per la perdita, a livello nazionale, del 28% di campi coltivati in una sola generazione, a causa della cementificazione e dell’abbandono, con la conseguente riduzione della superficie agricola utilizzabile a circa 12,8 milioni di ettari (studio Istat). L’Italia risulta così essere al sesto posto fra i Paesi europei con la maggiore incidenza (6,9%) di superfici sepolte sotto asfalto e cemento subito dopo Malta (23,7%), Paesi Bassi (12,1%), Belgio (11,4%), Lussemburgo (9,8%) e Germania (7,4%): la presenza di superfici artificiali rischia di avere pesanti conseguenze su più fronti visto che la disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico.
“Nessun Comune della nostra regione può ritenersi totalmente al sicuro dai rischi idrogeologici” Commentano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa “Il nostro è un territorio che ha bisogno di grandi cure: la morfologia del suolo, associata all’abbandono delle terre e alla cementificazione smisurata della costa, l’hanno reso sempre più fragile e inadeguato ad adattarsi ai cambiamenti climatici di questi ultimi anni. La siccità che si alterna a momenti caratterizzati da forti e improvvise precipitazioni minano ulteriormente il suolo causando, non di rado, smottamenti, frane e vere e proprie alluvioni. Non ci possiamo permettere di perdere altra campagna e per questo bisogna cercare di favorire il lavoro delle aziende agricole presenti, agevolare l’apertura di nuove, e facilitare la riconversione delle terre incolte e abbandonate in terreni agricoli. I nostri imprenditori agricoli, oltre a fornire prodotti eccellenti che hanno fatto del Made in Liguria un must sul mercato, garantiscono una protezione maggiore per i cittadini dai rischi idrogeologici, mantenendo i terreni puliti e produttivi. Quindi per proteggere la terra e i cittadini bisogna, prima di tutto, difendere il nostro patrimonio agricolo con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola".