La Fregata Maestrale della Marina Militare è stata radiata in questi giorni dal quadro del naviglio militare dello Stato.
Nella sua lunga vita operativa durata 33 anni, la nave, prima unità della “Classe Venti”, è stata protagonista di numerose attività al servizio delle istituzioni e della collettività navigando per 42.395 ore di moto e percorrendo quasi 600.000 miglia (equivalenti a circa 15 volte il giro della Terra percorrendo l’equatore).
La sua carriera si è conclusa nel 2015 con una campagna nei mari italiani in cui ha toccato i principali porti del Paese per salutare la popolazione e trasmettere il suo ultimo messaggio di sensibilizzazione riguardo allo spirito di servizio per la collettività, alla cultura del mare e alla salvaguardia ambientale.
Il 15 dicembre 2015 alla Spezia, Nave Maestrale ha concluso la sua attività operativa con la rituale cerimonia solenne dell’Ultimo Ammaina Bandiera alla presenza della popolazione e delle massime autorità militari e civili ed oggi, contestualmente alla radiazione, l’unità navale assumerà la denominazione di “galleggiante” per la successiva attività di alienazione.
Con la radiazione di nave Maestrale, continua il processo di ridimensionamento della Squadra Navale a causa dell’invecchiamento delle unità che hanno maturato una vita media prossima o superiore ai 30 anni.
Approfondimenti
Nave Maestrale è stata la prima unità dell'omonima classe di otto fregate lanciamissili antisommergibile - la cosiddetta Classe Venti, composta dalle navi Maestrale, Grecale, Libeccio, Scirocco, Aliseo, Euro, Espero e Zeffiro - ad essere varata nell'ormai lontano 2 febbraio 1981 per poi essere consegnata alla Marina Militare l'anno successivo, il 18 febbraio 1982.Si tratta di navi che hanno rappresentato la vera spina dorsale della Squadra Navale, partecipando con successo a numerose ed importantissime operazioni a tutela degli interessi nazionali nei mari del mondo. Più di trenta anni fa la costruzione e l'entrata in servizio di queste Unità rappresentò il rilancio operativo della nostra Flotta e testimoniò al mondo l'eccellenza della cantieristica italiana.
Progettata in seguito all’approvazione della legge navale del 1975, viene varata il 2 febbraio 1981 nei Cantieri Navali Riuniti a Riva Trigoso (Genova).
La fregata missilistica Maestrale entra a far parte della flotta della Marina Militare italiana il 18 febbraio 1982; il 19 Marzo dello stesso anno si inserisce nella 1^ Divisione Navale e il 5 febbraio 1983 riceve la bandiera di combattimento dall’Associazione Marinai d’Italia di Firenze.
Dopo un periodo di prove e il conseguimento della capacità di "unità pronta per missione" nel 1984 il Maestrale inizia un intenso periodo di attività addestrativa nazionale e NATO. Nel contempo, per promuovere l’industria nazionale della Difesa all’estero, l’unità effettua anche alcune campagne estive in varie aree del mondo, come ambasciatrice della cultura e della cantieristica italiana.
Nell’aprile del 1991, la nave partecipa alla sua prima missione internazionale. Il contesto è quello post-bellico della guerra del Golfo (terminata nel febbraio 1991) e l’avvio della missione nazionale “Golfo Persico 2”: l’unità viene impiegata per 5 mesi a supporto dei cacciamine italiani designati per le operazioni di bonifica delle acque minate dalle Forze Armate Irachene per interdire l’accesso ai porti kuwaitiani dalle petroliere occidentali.
In seguito, Nave Maestrale è impiegata in Mar Adriatico in tre distinti periodi per far rispettare le sanzioni imposte dall’ONU, nei confronti dell’ex Jugoslavia.
Il finire degli anni ’90, caratterizzato dall’instabilità dell’area balcanica e dall’incremento dei flussi migratori nel canale d’Otranto vede il coinvolgimento di Nave Maestrale nelle periodiche attività di pattugliamento nell’area.
Con l’attentato alle Torri Gemelle, comincia, anche per la Marina Militare Italiana, l’impegno nella lotta al terrorismo internazionale. Nave Maestrale, insieme al cacciatorpediniere Luigi Durand De La Penne, è dislocata in Mar Arabico; le due navi si uniscono alla coalizione a guida statunitense dal gennaio al giugno 2002, prendendo parte all’operazione Enduring Freedom.
Nell’aprile dell’anno successivo l’Unità viene assegnata alla STANAVFORMED (STAnding NAVal FORce MEDiterranean), dispositivo navale permanente di reazione rapida della NATO impiegato in Mar Mediterraneo e, in seguito, all’SNMG2 (Standing NATO Maritime Group), dispositivo Navale dell’Alleanza Atlantica, che rappresenta l’evoluzione della STANAVFORMED.
Nel 2009, Nave Maestrale è la prima unità della Marina Militare a prender parte a una missione antipirateria. L’unità è impiegata per il pattugliamento e la scorta al traffico mercantile, all’interno del bacino somalo e del golfo di Aden. Si tratta dell’operazione Atalanta, sotto la guida dell’Unione Europea: durante la missione, nave Maestrale, riesce a sventare l’attacco di uno skiff contro il mercantile italiano Maria K, traendo in arresto 9 pirati.
Dall’ottobre 2013 al marzo 2014 l’unità ha fatto parte in 5 occasioni del dispositivo aeronavale operante a sud e ad est delle coste siciliane nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, per la salvaguardia della vita umana in mare e il contrasto al traffico illegale di esseri umani, partecipando a diversi eventi SAR, in soccorso d’imbarcazioni di migranti, traendo in salvo e assistendo migliaia di naufraghi.
Nave Maestrale ha rappresentato uno straordinario esempio di efficienza e avanguardia tecnologica del made in Italy, caratterizzata da una straordinaria capacità propulsiva, evoluti sistemi d’armamento e un apparato di comunicazione integrato molto sofisticato. L’Unità è equipaggiata con un apparato propulsivo di tipo CODOG (COmbined Diesel Or Gas), 2 motori termici principali della ditta GMT (Grandi Motori Trieste), per le andature di crociera e 2 turbine a gas (FIAT Avio LM 2500), è capace di raggiungere 30 nodi di velocità, sviluppando una potenza complessiva pari a 50 mila cavalli. Il cuore operativo dell’Unità è rappresentato dal SADOC (Sistema Automatico Dati Operativi di Combattimento) di progettazione e realizzazione italiana. I terminali del sistema di Combattimento sono i sensori e i sistemi d’arma.
Per la scoperta di contatti di superficie e aerei sono impiegati radar di scoperta di superficie MM/SPS 702 e di scoperta aerea bidimensionale MM/SPS 774. A questi sistemi di tipo attivo, si affianca il sistema passivo di Guerra Elettronica MM/SLQ 746, per l’intercettazione elettromagnetica. L’Unità è anche equipaggiata con un radar di navigazione di tipo commerciale, MM/SPN 753 integrato e interfacciato con la cartografia elettronica. Per la scoperta subacquea, Nave Maestrale è equipaggiata con un sistema sonar DE 1164, composto da un trasduttore a scafo e un sensore a profondità variabile (VDT – Variable Depth Transducer), entrambi funzionanti in media frequenza.
Il sistema d’arma impiega impianti di artiglieria, sistemi missilistici, lancia siluri e lanciarazzi, anche questi frutto dell’industria nazionale; l’unità è equipaggiata con un cannone Oto 127/54 per il tiro anti nave e contro costa e due impianti binati Breda 40/70 compatti, per la difesa di punto. Come sistemi missilistici l’unità è dotata di un lanciatore Albatros, in grado di lanciare missili antiaerei e anti missile di tipo Aspide. A questo si aggiungono 4 rampe per il lancio di missili anti nave Teseo Otomat Mk2. I due lanciarazzi in dotazione sono equipaggiati con razzi (MRC – Medium Range Chaff) e illuminanti (LRI – Long Range Illuminator) da 105 mm. Infine vi sono due lancia siluri trinati MK 32 in grado di lanciare siluri MK46 e MU90.