La responsabilità professionale e la diffusione dello strumento Carmina per la gestione del rischio clinico al centro del progetto formativo aziendale organizzato da Asl5 “Spezzino”.
Un percorso di formazione che ha coinvolto centinaia di operatori dell’Azienda sanitaria, realizzato su più incontri, l’ultimo dei quali ha visto protagonista Federico Gelli, medico ed estensore della Legge 24/2017 “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”.
L’incontro, tenutosi presso la Sala Dante alla Spezia e promosso dalla Direzione Sanitaria Aziendale assieme alla S. C. Governo clinico e alla S.S. Risk Management, ha visto Gelli illustrare i punti principali della legge, che rappresenta una svolta sul tema difficile e dibattuto della responsabilità professionale di chi esercita la professione sanitaria: la carenza di chiare e specifiche disposizioni negli ultimi decenni ha infatti creato una frattura sempre più evidente fra strutture sanitarie, professionisti e cittadini-pazienti, con un progressivo aumento dei contenziosi e delle spese per il Sistema Sanitario Nazionale.
La nuova legge si fonda su due pilastri fondamentali: il potenziamento della sicurezza delle cure e il ribilanciamento del rapporto fra medico e paziente attraverso meccanismi di garanzia del diritto al risarcimento e alla trasparenza per i cittadini danneggiati da un errore sanitario, e un aumento delle tutele per i professionisti.
Altro effetto favorevole indotto dall’introduzione del nuovo dispositivo è quello di contribuire a mantenere la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale attraverso la riduzione dei contenziosi e della “medicina difensiva”.
Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, sta svolgendo un monitoraggio degli effetti positivi della legge, che verrà presentato a marzo del 2019. È stato rilevato che dall’entrata in vigore della legge non ci sono più state condanne penali a carico dei professionisti sanitari, e anche la “medicina difensiva” è in forte diminuzione.