Questa la risposta di Francesca Cozzani:
Egregio Dott. Garavini,
prendo atto di quanto contenuto nella Sua lettera aperta dello scorso 8 marzo con la quale ha esplicitato la Sua cortese disponibilità ad illustrare i contenuti del Piano Industriale di Acam SpA.
A tale proposito, approfitto e Le propongo fin da ora di concordare un incontro, alla presenza dei membri del Comitato di Presidenza di Confindustria La Spezia, finalizzato ad approfondire le motivazioni strategiche ed i numeri del Vostro Piano Industriale.
Mi preme chiarire che quanto riportato da Lei virgolettato sulla lettera non è corretto: nello specifico, nella mia relazione all'Assemblea Pubblica di Confindustria La Spezia che Le allego per conoscenza e documentazione, ho espresso perplessità relativamente alla opportunità della cessione di Acam Acque ed Acam Ambiente riferendomi alla possibilità che si verifichino aumenti tariffari nella gestione dell'acqua o dello smaltimento rifiuti urbani.
Il mio timore, Dottore, come Lei saprà è che a seguito del Piano Industriale non si verifichi, ad esempio, un aumento della tariffa media di smaltimento rifiuti che porterebbe un ulteriore incremento delle tariffe TARI applicate alle aziende locali, già peraltro molto elevate, che provocherebbe una nuova perdita di competitività nei confronti di aziende di altri territori.
Anche la tariffa dell'acqua e della depurazione rappresentano costi di produzione per le imprese e altresì un fenomeno attrattivo o un disincentivo, insieme agli altri tributi locali, per chi decida di venire a produrre sul nostro territorio. Saprà bene che i tributi locali, in generale, così come gli oneri delle utenze, non sono certo i più economici d'Italia. A tal proposito, Confindustria La Spezia sta analizzando le differenze tariffarie tra i vari territori.
Ha ragione, peraltro, nel ricordare che la regolazione tariffaria a livello locale o nazionale prevede limiti di incremento, ma nel dettaglio riconosce il recupero dei costi del gestore che, pur calmierati dalle normative, partono da uno 'status quo' che può risentire delle gestioni pregresse, facendo variare le tariffe a seconda della performance delle singole società che effettuano il servizio.
Spesso purtroppo l'indebitamento, il sovradimensionamento, il mercato monopolistico, la provenienza da 'ex municipalizzate' e la mancata capacità di controllo dell'organo proprietario politico hanno permesso la sopravvivenza di realtà poco efficienti che poi inevitabilmente si trovano ad applicare tariffe più alte di altri territori. Infatti dalla lettura del Blue Book ci si può rendere ben conto delle differenze a livello nazionale.
Mi era già ben chiaro invece che per effetto del Piano di Ristrutturazione 182/bis il Gruppo Acam è uscito dal settore energetico nel 2013/2014 con la cessione di Acam Clienti ed Acam Gas ad Eni, quest'ultimo peraltro nostro Associato. Ricordo bene la questione anche perché un gruppo di imprenditori locali che fece l'offerta di acquisto di Acam Clienti e che permise ad Acam di aumentare in maniera considerevole il valore della cessione della propria quota era proprio un gruppo di nostri associati.
Inoltre, in merito al concetto di cercare di "concentrare" a livello locale i Centri Direzionali, la mia intenzione era quella non certo di creare proliferazione bensì avere sul nostro territorio "le teste pensanti" dei Gruppi Aziendali con le quali interloquire sulle strategie future; il tema dell'Assemblea era infatti #laspeziacittàdidomani.
Le rinnovo, pertanto, l'invito ad un incontro di approfondimento con tempi e modi che vorrà cortesemente concordare finalizzato ad illustrare i contenuti del Piano Industriale di Acam SpA e ad eliminare qualsiasi nostra perplessità e timore.
Con i più cordiali saluti,
Cav. Lav. Dr. Francesca Cozzani