Questa sforbiciata sarà molto più pesante per la nostra Asl rispetto a tutte le altre. Tale trattamento ci verrebbe riservato in quanto, essendo soggetti al fenomeno delle fughe di pazienti verso altre Aziende sanitarie, avremmo un minor costo diretto da sopportare.
Siamo al paradosso dei paradossi. Lo capisce anche un bambino che in questo modo, peggiorando i servizi, le fughe aumenteranno ulteriormente alimentando una logica di spirale perversa. Per fermare le fughe occorrono più cose, certamente occorrono buoni accordi con la Toscana che tra l'altro non si fanno mai, ma sicuramente occorre qualificare l'offerta, aumentare i posti letto, dare più prestazioni. Insomma occorrono più risorse, non più tagli. Dove prenderle? Visto che dai percorsi di bella partecipazione fatti dalla Regione e dal conseguente Libro Bianco che più bianco non si può non è uscito in proposito granché mi permetto di dare due suggerimenti.
Primo: riequilibrare la quota capitaria, cioè la cifra che viene spesa a cittadino. Non si capisce perché il residente a Genova debba vedersi riconosciuto un costo maggiore di quello dell'imperiese o dello spezzino. Non mi risulta che nel capoluogo regionale siano più cagionevoli di salute che altrove. È anche un punto di equità e di principio.
Secondo: si chiuda questa ALISA che vedo avere un budget di circa otto milioni. Questa nuovissima azienda delle aziende è stata inventata ultimamente con il compito di dare un governo complessivo alla sanità ligure. Lo considero un ottimo e necessario intento, ma allora l'assessorato regionale cosa ci sta a fare? Per ALISA non si è forse prodotta una duplicazione di funzioni e di ruoli che aggiunge costi per consulenti e dirigenti complicando tra l'altro a tutti noi la comprensione di un punto cruciale: chi governa, chi gestisce, chi comanda nella sanità ligure?"
Massimo Federici