Il documento è stato sottoscritto dal Prefetto Mauro Lubatti, insieme ai rappresentanti dei Comuni della Spezia e Sarzana, al Presidente del Tribunale e al Procuratore della Repubblica della Spezia, al Questore, ai Comandanti Provinciali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, al rappresentante dell'Azienda Sanitaria Locale n. 5 "Spezzino", e ai rappresentanti delle associazioni di volontariato "Centro Irene", Associazione Vittoria, UDI e Caritas Diocesana.
Lo stesso è aperto all'adesione di ulteriori enti istituzionali o associazioni di volontariato.
Il Protocollo è finalizzato alla costituzione di task force in grado di intervenire con professionalità e tempestività, nella cura e nella presa in carico delle vittime di violenza e alla predisposizione di azioni volte alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza.
Al fine della realizzazione degli obiettivi fissati, l'intesa in parola individua strumenti e metodologie, tra tutte le forze istituzionali e le associazioni di volontariato, per l'accoglienza e il sostegno ai soggetti vittime di violenza ed abusi, con l'impegno, da parte della Prefettura, a coordinare le azioni delle forze dell'ordine in difesa delle vittime, definendo protocolli e buone prassi utili ad assicurare immediatezza di intervento e modalità operative che garantiscano l'emersione del fenomeno e la salvaguardia delle vittime di violenza.
La Prefettura si impegna, inoltre, a realizzare, d'intesa con tutti i soggetti firmatari, occasioni di dibattito sul tema in questione e campagne di sensibilizzazione volte alla prevenzione delle varie forme di violenza ed abuso.
I firmatari si impegnano ad operare in stretta collaborazione con i tutti i componenti della task force.
Nello specifico, i Comuni della Spezia e Sarzana metteranno a disposizione i propri servizi sociali e le strutture esistenti per la protezione delle vittime.
Il Tribunale, nel rispetto della privacy delle vittime, si impegna a realizzare la migliore protezione possibile e l'assistenza alle vittime di violenza durante il processo e nella fase esecutiva della pena, mentre la Procura della Repubblica si impegna a favorire, compatibilmente con il segreto istruttorio e alle esigenze investigative connesse ai procedimenti penali, il confronto con i servizi sociali e sanitari che seguono il caso specifico.
Le forze dell'ordine, salvaguardando i compiti istituzionali specifici a ciascuna di esse demandati, si impegnano a assicurare la presenza di personale appositamente formato, al fine di fornire alle vittime ogni utile informazione circa la rete di servizi territoriali preposti al percorso di aiuto; in casi di violenza, d'intesa con la Procura della Repubblica, interesseranno i servizi sociali, i centri antiviolenza e le figure professionali preposte a gestire il caso specifico. Inoltre le stesse collaboreranno con gli altri componenti la task force per lo scambio di informazioni utili a valutare la procedura di attuazione del Protocollo e perfezionare il percorso di aiuto.
La ASL si impegna ad informare i soggetti coinvolti nelle violenza circa l'esistenza di un percorso di aiuto realizzato dalla rete territoriale antiviolenza e a prendere in carico e fornire sostegno psicologico attraverso un'azione integrata dei servizi territoriali dei centri antiviolenza e della case rifugio. Si impegna, inoltre, a segnalare le situazioni di emergenza alle forze dell'ordine, alla Procura e ai centri antiviolenza e a promuovere momenti di formazione e di sensibilizzazione sul tema della violenza per il personale sanitario.
I centri di ascolto, quelli antiviolenza e le associazioni di volontariato lavoreranno in rete con i componenti della task force mettendo a disposizione, gratuitamente, i propri servizi di ascolto, sostegno, assistenza legale e psicologica e di mediazione. Accompagneranno, altresì, la vittima nel percorso di uscita dalle violenza e nel reinserimento sociale, anche attraverso corsi di formazione per l'acquisizione di abilità lavorative.
La Prefettura, infine, si impegna ad aprire un tavolo di concertazione con tutti gli Enti interessati, per estendere la tutela prevista dal presente protocollo alle forme di violenza verso tutte le fasce deboli della provincia.