"Ritardi, soppressioni, il treno che "tira lungo" e si ferma in galleria duecento metri dopo la stazione: sono segnali di una logistica e di una generale organizzazione non adeguati al sistema fin qui attuato di treni cadenzati per le Cinque Terre.
La nuova offerta ai turisti (e che da essi dovrà essere, certo, adeguatamente retribuita) non può innanzitutto risolversi in una deminutio per i residenti.
Nella percezione del viaggiatore, soprattutto quello locale, il servizio ferroviario si considera tanto migliorato quanto più treni ci sono e quanto maggiore è la velocità del collegamento.
Il nuovo orario risponde dunque (in parte, e soprattutto nel periodo estivo) al primo requisito, assicurando anche la praticità della cadenza e il più facile raggiungimento delle stazioni collegate.
Esso non soddisfa però ancora il secondo: è aumentato, infatti, il tempo di percorrenza medio tra un borgo delle Cinque Terre ed una stazione fuori dalla rete del cadenzato e il vantaggio, nella lunga e media percorrenza, è solo per i viaggiatori non diretti alle stazioni del Parco.
Nel corso della riunione di ieri a Genova, purtroppo non ancora decisiva, il Parco nazionale ha raccomandato la ricerca di tutte le possibili soluzioni tecniche perché il nuovo servizio ferroviario non si risolva in un oggettivo isolamento del proprio territorio, e che si eliminino dal nuovo orario le strozzature delle lunghe attese alle coincidenze.
Ha auspicato, altresì, che la riforma del sistema - necessaria, questo è certo - sia elastica, capace cioè di combinarsi con i vantaggi del vecchio orario.
L'Ente ha infine richiesto che essa non sia caparbiamente basata sul "grosso investimento", (sempre pericoloso se destinato a un terziario turistico), nella considerazione soprattutto che, a grandi spese fatte, non si torna più indietro.
Speriamo che sulla strada proposta si possa finalmente trovare un'intesa, e giungere alla stipula della nuova convenzione fra Parco e Trenitalia.