L'accordo ha come obiettivo strategico l'occupazione femminile attraverso diversi indirizzi operativi: il miglioramento dei servizi a favore della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro per le donne e per tutti i cittadini; il miglioramento dell'integrazione tra questi servizi e gli interventi connessi alle politiche familiari e al welfare locale; l'introduzione di modalità contrattuali e forme flessibili di organizzazione del lavoro, rispondenti alle esigenze di conciliazione; la promozione dei congedi parentali per i padri; la creazione di nuove e qualificate opportunità di lavoro nel settore della cura alla persona e dei servizi per la famiglia e la comunità. "Le donne – ha spiegato Rambaudi - sono coinvolte nella responsabilità di cura più spesso degli uomini e proprio per questo motivo risulta più bassa la loro partecipazione al mercato del lavoro. Tra le madri di età compresa tra i 25 e i 54 anni la quota di occupate è decisamente inferiore rispetto a quella dei padri. La mancanza di servizi di supporto ed il loro costo elevato rappresenta un ostacolo per il lavoro a tempo pieno delle donne occupate part-time e per l'ingresso nel mercato del lavoro delle donne inoccupate. Per questo intendo coinvolgere le imprese, perché il tema della conciliazione non può trovare soluzione solo nella famiglia e nei servizi".