"Come Coldiretti e in rappresentanza di una buona parte di imbarcazioni a lampara che effettuano la pesca dell'acciuga, dissentiamo fortemente con le parole riportate sul Secolo XIX di sabato 10 ottobre del presidente del parco delle Cinque Terre Vittorio Alessandro, il quale accusa le imbarcazioni più grandi che svolgono la pesca dell'acciuga del mancato passaggio di questa specie ittica nelle acque che lambiscono il Parco delle Cinque Terre. Questa analisi si discosta molto dalla realtà, che in Liguria è contraddistinta da una presenza massiccia di questa specie ittica, la quale molte volte viene pescata in minor quantità rispetto alle possibilità di cattura del pescatore onde evitare un eccessivo calo del prezzo di vendita all'ingrosso, già di per sé in ribasso a causa della presenza di acciughe provenienti dall'estero (motivo per cui le piccole imbarcazioni non svolgono più questo mestiere scegliendo metodologie di pesca più redditizie). Situazione opposta alla realtà nazionale, dove invece viene evidenziato un calo di tale risorsa. L'incremento delle acciughe in Liguria è accompagnato da un numero limitato di imbarcazioni che svolgono questa tipologia di pesca, una dozzina, molte meno rispetto al ventennio antecedente.
La natura migratoria dell'acciuga la spinge a spostarsi lungo tutto l'arco ligure fino ad arrivare nelle acque toscane, fino all'Isola d'Elba. I pescatori negli ultimi anni hanno notato un perdurante stanziare delle acciughe nelle acque genovesi, rispetto agli anni precedenti, quando questa specie ittica prediligeva le acque della riviera di levante. Il mancato soffermarsi per lunghi periodi dell'acciuga nelle acque antistanti Monterosso non può essere così facilmente scaricato sulle teste di pochi pescatori, ma va valutato in base ai dati in possesso del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sulle catture, alle variazioni ambientali, come l'aumento di temperatura delle acque, e all'inquinamento dell'ambiente marino.
La limitata diffusione nell'area del Parco delle Cinque Terre di impianti di depurazione capaci di abbassare il carico organico delle acque reflue, associato ad una letterale invasione di milioni di turisti ogni anno, ci pone delle preoccupazioni più generali sulla salute dell'habitat marino dell'Area Marina Protetta. Come Coldiretti promuoviamo fortemente la cooperazione tra mondo scientifico e quello della pesca i quali, negli ultimi anni, collaborano attivamente allo scopo di creare un lungimirante sfruttamento della risorsa ittica".